il nuovo governo
Il lapsus rivelatore del premier forcaiolo
Dopo il via libera del Senato, il governo Conte ha incassato la fiducia della Camera con 350 sì (quattro in più dei calcoli ufficiali: ossia i voti di Vittorio Sgarbi, degli espulsi dai 5 Stelle e degli esponenti del Maie) contro 236 no (provenienti da Pd, Forza Italia e Leu), mentre 35 (quasi tutti di Fratelli d’Italia) sono stati gli astenuti. Nonostante fosse scontato che a Montecitorio, numeri alla mano, per l’esecutivo sarebbe stata una passeggiata, la giornata di ieri è stata decisamente più complicata e movimentata per il premier espressione della maggioranza 5 Stelle-Lega. E forse anche per questo motivo - una volta ufficializzato il responso - tutta la maggioranza e i ministri si sono stretti in un lungo applauso rivolto proprio a lui. Del resto a complicarsi la giornata, durante la sua replica pomeridiana, è stato Conte stesso incasellando due gaffe che non sono rimaste «impunite». «Voglio fare un ringraziamento a Sergio Mattarella - ha spiegato in apertura disapprovando le critiche violente rivolte al Capo dello Stato nei giorni scorsi apparse sul web -. Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato l’attacco sui social alla memoria di un suo congiunto e questa è una cosa che mi è dispiaciuta». Un’omissione, quella del nome del fratello del presidente assassinato dalla mafia, che ha spiazzato e che è stata sottolineata con grande disappunto da Graziano Delrio: «Piersanti - l’ha bacchettato l’esponente dem -. Si chiamava Piersanti...». Stesso discorso, passato inosservato ai presenti ma non ai cronisti, è stato... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI