I "sì" sono 171
Il governo Conte incassa la fiducia al Senato: "Populisti? Ascoltiamo la gente"
Cambiamento. È questa la parola chiave del discorso programmatico del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. È sul cambiamento, che il neo premier ha chiesto il voto di fiducia al Senato (domani alla Camera). Ad ascoltare il premier a palazzo Madama c'è tutto il governo schierato. Matteo Salvini compreso che ha rinunciato a partecipare al vertice dei ministri dell'Interno europei per partecipare al primo giorno ufficiale del governo Lega-M5S all'esame del Parlamento. E la fiducia è arrivata, senza sorprese: il governo guidato da Giuseppe Conte incassa i previsti 171 sì, 4 voti in più rispetto ai numeri della maggioranza (167 senatori), e si attesta su una soglia di 'sicurezza' di 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta, che a palazzo Madama è fissata a quota 161. I voti contrari sono 117, gli astenuti 25. "Sono qui per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo, ma anche di un progetto per il cambiamento dell’Italia", spiega Conte tra Di Maio e Salvini seduti accanto ad ascoltarlo. Il premier ricorda: "Abbiamo apportato un cambiamento radicale del quale siamo orgogliosi: rispetto a prassi che prevedevano valutazioni scambiate nel chiuso di conciliaboli tra leader politici, perlopiù incentrate sulla ripartizione di ruoli personali e ben poco sui contenuti del programma, noi inauguriamo una stagione nuova". Il primo vero cambiamento, forse, è proprio rappresentato dalla sua figura: "Come è noto, non ho pregresse esperienze politiche. Sono un cittadino che, in virtù dell’esperienza di studio e professionale maturata, si è dichiarato disponibile, nel corso della campagna elettorale, ad assumere eventuali responsabilità di governo con una delle due forze politiche", afferma Conte, che promette: "Il cambiamento non sarà solo nelle parole e nello stile, ma soprattutto nel metodo e nei contenuti". Tra le "preoccupazioni" del governo ci saranno "i diritti sociali, che nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente smantellati con i risultati che conosciamo: milioni di poveri, milioni di disoccupati, milioni di sofferenti". Il presidente del Consiglio parte dal lavoro e dal reddito di cittadinanza: "Vogliamo costruire un nuovo patto sociale trasparente ed equo, fondato sulla solidarietà ma anche sull’impegno, consapevoli che solo con la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese potremo garantire un futuro di prosperità anche ai nostri figli. L’obiettivo del governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico". Sul tema dell’immigrazione il premier Conte assicura "metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà" e su quello della sicurezza «combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il "daspo" ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura". Sul piano internazionale Conte ribadisce "la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato" ma "con un’apertura alla Russia" e che porterà in Europa "i temi per un adeguamento della sua governance". Tra i cavalli di battaglia del M5S, dalla sua nascita, c’è il taglio ai costi della politica, tema che viene ripreso anche nel discorso programmatico di Conte "la lotta ai privilegi della politica e agli sprechi non è una questione meramente simbolica, occorre operare un taglio alle pensioni e ai vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei dipendenti degli organi costituzionali, introducendo anche per essi il sistema previdenziale dei normali pensionati". E infine al parlamento chiede "di esercitare le prerogative di opposizione in modo costruttivo e leale. Le istituzioni non sono il patrimonio di una sola forza politica ma sono la casa di tutti gli italiani e segnano la qualità del nostro ordinamento giuridico e del nostro vivere civile - conclude Conte - Una opposizione anche ferma, ma leale e costruttiva è il sale della dialettica politica e serve per il buon funzionamento dell'istituzione parlamentare e dell’intero sistema democratico". Un passaggio che provoca reazioni polemiche dai banchi del Pd e un Conte che veste i panni del professore e redarguisce un senatore che lo contesta: "Non è così che si afferma la centralità del Parlamento".