Il ministro dell'interno a Pozzallo

Migranti, Salvini tra linea dura e buon senso

Davide Di Santo

Il progetto "ruspa" è già avviato, almeno nelle intenzioni. Il neo ministro Matteo Salvini, dopo le pesanti parole usate contro l'immigrazione clandestina e le Organizzazioni non governative, va in Sicilia, la "nostra frontiera" per dire che mai più sarà "il campo profughi d'Europa" e che "il governo italiano dirà no alla riforma del regolamento di Dublino e a nuove politiche di asilo". DA CATANIA A POZZALLO - Il leader leghista, che continua a muoversi nella doppia veste di uomo da proclami e ministro della Repubblica, sembra molto a suo agio in quella terra che non ha contributo alla vittoria del partito ma che ogni volta lo acclama come risolutore di problemi. Prima a Catania e poi a Pozzallo, porto di sbarchi e centro di accoglienza e solidarietà, Salvini parla come se fosse in perenne campagna elettorale e usa il suo cavallo di battaglia per rimarcare il nuovo indirizzo politico che ormai è segnato. "Non assisterò senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi - sottolinea con gli stessi toni di lotta che però ora hanno un'aria diversa - servono centri per espellere". TRA LINEA DURA E BUON SENSO - Contemporaneamente però tranquillizza sulla linea dura del Carroccio annunciando che seguirà solo "il buon senso". E nel giorno in cui il mare è teatro dell'ennesima tragedia a largo di Turchia e Tunisia, il capo del Viminale sfoggia il lato più impassibile: "Obiettivo è salvare le vite. E questo lo si fa impedendo le partenze dei barconi della morte che sono un affare per qualcuno e una disgrazia per il resto del mondo. Stiamo lavorando senza bacchette magiche per ottenere meno sbarchi, più espulsioni, più sicurezza e per bloccare e tagliare un enorme giro d'affari. Pregare e commuoversi non basta, lavoro perché tutti gli organismi internazionali si impegnino per fermare partenze, sbarchi e morti". BRUXELLES E BERLINO TENDONO LA MANO - E sul tema dei Migranti l'Europa non tace: sia Pierre Moscovici che Angela Merkel, tendono una mano. Il commissario agli Affari Europei chiede per la gestione dei flussi una risposta "umana" ma corale. La cancelliera tedesca cerca di creare un clima sincero e collaborativo sostenendo che "parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani si sono sentiti lasciati soli". Ma la risposta di Salvini è sempre della stessa risma e non solo afferma che "la Germania e la Francia finora hanno ostacolato qualsiasi passo avanti" ma anche che "finora abbiamo avuto dall'Ue solo le dita negli occhi". Martedì non potrà azionare la sua ruspa in Europa. Il 5 giugno è in programma una riunione dei ministri dell'Interno, ma il leader leghista è impegnato in Parlamento per la fiducia del suo governo. La battaglia a Bruxelles, stando agli slogan, è solo rimandata.