domani nuovo incontro con mattarella
Cottarelli prende ancora tempo. Cresce l'ipotesi del voto il 29 luglio
Una giornata che si tinge di giallo, per poi assumere i contorni sfumati della nebbia nell’incertezza di quali potrebbero essere gli sviluppi imminenti della lunga crisi che coinvolge la politica e i palazzi istituzionali. Carlo Cottarelli a sorpresa non scioglie la riserva, ma prende tempo e rinvia la presentazione della lista dei ministri per risolvere alcuni nodi. Una decisione arrivata senza alcun preavviso, mentre il premier incaricato era a colloquio al Quirinale con il capo dello Stato e si attendeva solo di conoscere ufficialmente i nomi della futura squadra di governo. Tutto precipita nel giro di pochi minuti, mentre Pd, M5S e Lega chiedono, anche ufficialmente nell’Aula del Senato, il voto subito, prima del mese di agosto, ipotizzando la data del 29 luglio. Ed è in quei minuti che i due corazzieri che presidiano la porta della Loggia d’onore, davanti allo studio alla Vetrata, dove Sergio Mattarella stava ricevendo Carlo Cottarelli, hanno lasciato la loro postazione. I corazzieri sono sempre presenti quando il Capo dello Stato è nello studio per incontri ufficiali. Scoppia un piccolo giallo, quando si diffonde la notizia che Cottarelli avrebbe lasciato il Quirinale senza sciogliere la riserva. E il tam tam che si leva dai palazzi sul voto a fine luglio induce a ipotizzare che il premier incaricato possa aver rinunciato all’incarico e deciso, di comune accordo con il Colle, di non presentarsi in Aula al Senato a chiedere la fiducia. Del resto, è già certo che il governo guidato dall’ex commissario per la spending review non incasserà alcun voto a favore: M5S, Lega, Forza Italia e FdI ma anche Leu hanno annunciato il loro "no", e oggi il Pd ha optato per l’astensione. Uno scenario che avrebbe indotto gli attori principali a rinunciare alla nascita del governo e procedere direttamente verso lo scioglimento delle Camere. Tocca al Quirinale riportare la calma: Matterella riceverà nuovamente Cottarelli. Ma resta il giallo sulla rinuncia e così fonti del Quirinale sono costrette ad intervenire: nessuno ha parlato di rinuncia, Carlo Cottarelli ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista. Lo stesso economista, intercettato da Alessandro Poggi per "Night tabloid", su Raidue, spiega: «Sto completando la lista dei ministri». E alla domanda se è ottimista ha risposto «Sì». Ma al di là del destino di Cottarelli e del suo governo, è stato il giorno della richiesta di voto subito. I primi a lanciare l’ipotesi di ritornare alle urne già a fine luglio sono gli esponenti del Pd, in maniera trasversale: il là lo dà Lorenzo Guerini, poi gli fa eco Andrea Orlando, infine il renzianissimo capogruppo Andrea Marcucci. E quasi in un gioco di gara tra i leader, Luigi Di Maio rilancia: «Prima si vota meglio è». In serata anche Matteo Salvini non pone veti: «Prima si vota meglio è, ma spero non a Ferragosto, non vorrei rompere le scatole agli italiani in agosto». E a chiudere interviene Matteo Renzi: «Il Pd è prontissimo alle elezioni anticipate il 29 luglio», ha aggiunto Renzi. «Il 29 luglio molti italiani hanno la testa altrove rispetto alle elezioni, ma se si dovrà votare a luglio noi siamo pronti. Per una volta il Pd non c’entra niente, questa volta Cip e Ciop, Salvini e Di Maio sono responsabili di una situazione di grande ma grande gravità».