Farsa governo
CHE PIPPE
Habemus Pippam. No, falso allarme, dopo settanta giorni, il premier non è arrivato neanche oggi. Nella fretta di fare il governo, avevano dimenticato il premier, come capita a quelle coppie sbadate che dimenticano il bambino nel seggiolino in auto. Si può fare un governo, un programma, un'alleanza e tralasciare chi lo guiderà o deciderlo solo alla fine, a cose fatte? E' così irrilevante, ornamentale il presidente del consiglio, come la ciliegina sulla torta? Per Di Maio e i caseleggio boys, “non conta chi ma cosa”, ossia non conta il fattore umano, i protagonisti, ma i programmi, il contratto. Siamo alla scomparsa dell'umanità e al trionfo della piattaforma, dell'algoritmo. Non servono le persone, la loro esperienza e la loro affidabilità, basta scaricare l'app adatta, basta installare il programma e si chiama un esecutore. Con questi presupposti, solo un demente può fare il premier; perché uno che accetta un governo totalmente preconfezionato, in cui non dovrà scegliere alleati, ministri, programma, priorità è per contratto ritenuto incapace di intendere e di volere, è solo un esecutore sotto dettatura. Trattato nella migliore delle ipotesi come un portiere d'albergo, un tassista col percorso prestabilito, un drone, un algoritmo. O una controfigura che una settimana mimerà Di Maio e una Salvini, si farà in due, si farà staffetta. Uno che si presta a queste condizioni è un demente o un furbo, che li asseconda ma poi fa di testa sua, pensa di intortarli. L'alternativa al candidato-robot è del resto, un premier scelto da Mattarella, nel nome del Palazzo. Siamo tra l'incudine e il mattarella. E per ingannare l'attesa, le minchiate di Fico che invoca un piano Marshall contro le baby gang napoletane, confondendo un piano di aiuti economici americani dopo la guerra mondiale con un programma per fronteggiare la delinquenza locale, l'illegalità e la miseria napoletana. Evidentemente Fico pensava che Marshall fosse Maresciallo in napoletano, come quello di Tuppe tuppe Maresciall, un cult della canzone napoletana su cui s'è laureato. Intanto Di Maio si sente Napoleone e annuncia: “Oggi ovviamente si scrive la storia” (domani si passa alla geografia). Ma la storia, caro Giggino, si scrive con gli eventi, non con le intenzioni; e la scrivono i Grandi, non i programmatori a tavolino... E poi la promessa finale: il programma andrà avanti solo se lo voteranno in rete i soliti quattro gatti... La democrazia ridotta a caricatura, giochino di simulazione. Insomma, chiacchiere e distintivi. Povero Salvini, in che situazione si è cacciato. Deve vedersela coi grillini, la Casaleggio & Associati, Beppe Grillo, gli irretiti; poi deve vivere sotto attacco di media e potentati che vedono in lui, non nei grillini, il Nemico Principale. E gli tocca combattere col Presidente della Repubblica che tomo tomo caccchio cacchio vuol dettar legge per conto del Palazzo, a prescindere dal voto del popolo sovrano. Matteo, ma il gioco vale davvero la candela? Rischi di bruciarti e di sciogliere la candela dei consensi, senza sacrificarti per la Patria ma per governare con quattro sciamannati. A questo punto deve sperare che Mattarella faccia saltare il banco e poi si vada al voto. E in che brutta situazione siamo pure noi, che non abbiamo fiducia in chi ha vinto le elezioni e respingiamo l'arroganza di chi le ha perse ma pretende di dare le carte. Noi italiani, né asserviti né ingrilliti, ci sentiamo come spiedini misti tra la padella e la brace. Certo, aspettiamo prima di tirare le somme e affettare giudizi, diamo solo libero sfogo alle nostre motivate perplessità e ai nostri sacrosanti pregiudizi. Ma quanto saremmo felici di ricrederci in corso d'opera. Speriamo con tutto il cuore, di sbagliarci o quantomeno,che la funzione sviluppi l'organo, e il potere dia ai grillini quella saggezza che ha tolto ai governanti precedenti. Infine senti i pidini che denunciano apriori: “sta nascendo il governo più a destra della storia”. E com'è che noi di destra siamo così preoccupati e diffidenti? Continuate a rifiutarvi di capire, renziani e sinistri. Come quando eravate al governo e facevate crescere coi vostri comportamenti, i vostri litigi, le vostre leggi, le vostre priorità, la protesta grillina e leghista. Di Maio è figlio vostro.