Lunedì consultazioni in un giorno, Mattarella lancia l'ultimo appello
Il Presidente della Repubblica pressa i partiti: "Ditemi se ci sono altre maggioranze"
"A distanza di due mesi le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi è tramontata anche la possibilità di una intesa tra M5s e Pd". Il Quirinale prende atto dello stallo di governo ma concede ancora qualche ora di tempo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pressa i partiti e annuncia che svolgerà nuove consultazioni nella sola giornata di lunedì "per verificare se ci siano altre prospettive di maggioranza di governo". La situazione non si è ancora cristallizzata. È caldissima la direzione del Pd, partito più diviso che mai dopo l'ultimo intervento dell'ex segretario Matteo Renzi. Renzi vuole soffocare sul nascere qualunque intesa Pd-M5S, e se ci riuscirà saranno andati a vuoto tutti tentativi di trovare un accordo di governo: il Quirinale ha guardato prima al centrodestra e quindi al centrosinistra, tenendo il il Movimento 5 Stelle sempre al centro. Nessuna di queste combinazioni, finora, si è rivelata percorribile. Con la chiusura di Renzi al M5S, si è arrivati ad immaginare un improbabile governo di centrodestra che resta in piedi grazie ad un sostegno di un pezzo del Partito democratico. Lo stesso Luigi Di Maio, intervenendo a "Porta a Porta", ha adombrato questa possibilità: "Se l'obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito", ha attaccato il leader pentastellato. Uno scenario del genere, che potrebbe convincere Mattarella soltanto se suffragato da solidi numeri in Parlamento, al momento sembra un'ipotesi dell'irrealtà. Di conseguenza, il 4 maggio il capo dello Stato lancerebbe un messaggio per riepilogare il percorso compiuto finora, senza risultati positivi, e quindi lanciare un appello alla responsabilità: davanti alla possibilità di tornare davvero alle urne, che potrebbero riproporre lo stesso stallo, ci sarebbe comunque un enorme macigno. È la legge di Bilancio, necessaria almeno per evitare l'automatico aumento dell'Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. I prezzi più alti, con un conseguente calo dei consumi e posti di lavoro più incerti, sono un incubo da evitare, e non solo per il Quirinale. Sottolineata la necessità di avere un esecutivo per affrontare questa ed altre questioni che non possono essere lasciate a macerare, ci potrebbe essere un nuovo giro di consultazioni, che Mattarella potrebbe condurre in prima persona già venerdì. Confrontandosi con le forze politiche, il presidente potrebbe tentare di raccogliere il massimo consenso parlamentare su un nome terzo che - idealmente - possa andare bene a tutti per arrivare sino alla sessione di Bilancio, e magari anche per lavorare su una nuova legge elettorale, cosa che comunque richiederebbe tempo. Nel caso in cui tutti i partiti continuassero con i veti incrociati anche su questo nome, l'attuale premier Paolo Gentiloni potrebbe rimanere in carica fino a ottobre (non oltre), proprio per disbrigare lo spinoso dossier economico. È uno scenario che mostrerebbe tutta la debolezza del quadro politico uscito dal 4 marzo, che dopo due mesi non sembra essere cambiato.