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Pressing su Mattarella, adesso tocca a Fico sondare il Pd

Il presidente della Camera Roberto Fico

Il presidente della Camera verso l'incarico per esplorare un'intesa con i grillini dopo il week-end di riflessione

Silvia Sfregola
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Terminano domani i due giorni di riflessione che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è preso per decidere quale strada intraprendere per dare un governo all'Italia. Dopo il fallimento dell'incarico esplorativo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, crescono le possibilità che venga chiamato in causa il presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico. A lui, però, il Capo dello Stato affiderebbe un mandato esplorativo a più ampio raggio e non "mirato", mantenendo un tempo limitato. Sono passati quasi due mesi dalle elezioni del 4 marzo, ci sono stati due giri di consultazioni e il clima politico appare sempre più teso. La sentenza Stato-mafia sembra aver dato il colpo di grazia all'ipotesi di un'alleanza tra il centrodestra unito e il Movimento 5 Stelle, che dice di non voler definitivamente accettare nessun rapporto con Forza Italia. L'ex Cav, da parte sua, in questi due giorni ha avuto modo di togliere tutti i sassi che aveva nelle scarpe e sfogare una volta per tutte la sua avversione per il Movimento. Le tenta tutte, Berlusconi, per non consumare lo strappo che lo lascerebbe isolato: «Salvini finora si è comportato con correttezza nei nostri confronti - dice -. Credo che l'accusa di distruggere fosse obbiettivamente rivolta ad altri, non a noi. D'altronde il leader della Lega rappresenta una coalizione del 37%, non vedo che interesse avrebbe a rinunciare a questo per fare il partner di minoranza dei 5 Stelle. Sono certissimo, anche dai contatti avuti in queste ore, che continuerà a parlare e ad operare in nome dell'intero centrodestra». Luigi Di Maio intanto continua a corteggiare Matteo Salvini, dicendo che con lui potrebbe fare «grandi cose» e di aver «avuto modo di testare la sua affidabilità». E i dem al loro interno fanno scintille: se c'è una parte di minoranza che strizza l'occhio ai 5 Stelle, la parte renziana si spacca: «Se proprio non gli entra in testa che con Di Maio siamo distanti - scrive Davide Faraone su Twitter -, almeno un pò di orgoglio». Dopo le elezioni in Molise, Mattarella attenderà che si smorzino i toni da campagna elettorale e prenderà una decisione. I partiti, questa volta, dovranno evitare di tirare la corda perché al prossimo turno sarà il capo dello Stato a prendere stabilire chi e come governerà il Paese, senza ripassare dalle urne.

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