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Di Battista e gli altri, pagati dall'odiato Silvio

Il grillino ha definito Berlusconi «male assoluto» e non vuole l'alleanza Ma si fa meno scrupoli quando pubblica libri con le case editrici del Cavaliere

Manuel Fondato
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Il dibattito non è nuovo ma è stato riportato al centro del villaggio dalla durissima sortita contro Silvio Berlusconi di Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle e autore della Rizzoli, entrata da alcuni anni nell'universo aziendale del Cavaliere. Va detto che non è facile evitare le molte diramazioni imprenditoriali di proprietà del leader di Forza Italia, che possiede radio, tv, giornali e case editrici; però appare perlomeno incoerente affondare il cucchiaio nella zuppa e successivamente sputare nel piatto. Circa otto anni fa anche il blog di Beppe Grillo, ora semplicemente Blog delle stelle, esprimeva la sua opinione in merito e, non immaginando minimamente la situazione attuale, prendeva una netta posizione contro chi si abbeverava alle imprese del biscione. Questo, testuale, il commento del comico a un'intervista a Don Gallo, pubblicata nel 2010: «Se, come dice don Gallo, tutti gli autori della Mondadori, in particolare quelli della cosiddetta opposizione, la abbandonassero, il segnale per il Paese sarebbe fortissimo. Gli stessi autori, che sono decine e forse centinaia, non facendolo danno un segnale altrettanto forte al Paese: che loro non sono alternativi al berlusconismo, ma ci sono dentro fino al collo». Di Battista deve aver ignorato questo «consiglio» del suo mentore dal momento che ad abbandonare la Mondadori non ci pensa affatto. Anche perché «pecunia non olet» pure se proviene da colui che ha definito «il male assoluto». Lo stesso sentiero lo percorse il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, anche se... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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