Casellati: "Un mandato esplorativo? Sarebbe difficile dire di no"
Il presidente del Senato: "Niente veti su Berlusconi. Di Battista eviti certe uscite"
Dire di no a un mandato esplorativo sarebbe difficile. A dirlo è il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati intervistata da Maria Latella su SkyTg24. «Intanto vediamo cosa deciderà il presidente Mattarella, se dovesse chiedermelo è chiaro che sarebbe difficile poter dire di no», spiega la Casellati. E alla domanda se, nel caso il capo dello Stato le desse il mandato esplorativo, sarà per lei una missione difficile o impossibile, ha risposto: una missione «difficile lo sarà certamente, se poi sarà impossibile saranno i fatti che lo diranno. Sarà tutta una situazione da verificare sul campo». «Facciamo un passo alla volta - aggiunge - dico solo che io avrei personalmente preferito che una soluzione di questo genere non ci fosse, perché questo significherebbe, lo dico nell'interesse esclusivo dei nostri cittadini, che i partiti avrebbero trovato una soluzione rapida e quindi diciamo che la ragione avrebbe prevalso sul pregiudizio. Il mio auspicio - conclude - è che in questi giorni, anche di fronte a questi nuovi avvenimenti di carattere internazionale, i partiti si mettano intorno a un tavolo e trovino dei punti di convergenza per arrivare ad un governo». Sui rapporti tra partiti, la Casellati dice a proposito delle dichiarazioni di Alessandro Di Battista contro Silvio Berlusconi: «Io credo che oggi come oggi queste uscite siano uscite che forse sarebbe meglio evitare, perché già la situazione è molto complicata, addirittura inedito il panorama politico che è uscito dalle elezioni del 4 marzo. Accendere ancora di più i fuochi e complicare una situazione la cui soluzione costituisce un rebus per tutti, non mi pare opportuno e non mi pare opportuno neanche in una dialettica politica che dovrebbe andare anche verso una pacificazione, una distensione e non verso il fatto di dover accendere ancora di più gli animi». «Trovo poi - aggiunge - che porre veti, emarginare una personalità come quella di Berlusconi che ha campeggiato nella vita politica ed economica degli ultimi venti anni non sia neppure possibile, nel senso che sarebbe una ferita alla nostra democrazia non mettere su un tavolo ad un livello di parità tutti gli interlocutori politici di questo momento. Non ci deve essere uno che ci sta ed un altro che non ci sta. Tutti, a pari merito - ha concluso - devono mettersi attorno ad un tavolo per decidere quello che si vuole fare per il nostro paese. Questo significa assunzione di responsabilità ed è questo che noi dobbiamo ai nostri cittadini».