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Io conto ancora

Berlusconi non si dà per vinto e al Quirinale ruba lo show a Salvini. Alleati e grillini infuriati

Antonio Rapisarda
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Non potendo essere al «centro» si è ritagliato il ruolo dell'alfa e dell'omega, dell'apertura e della chiusura...«col botto». L'ennesimo show di Silvio Berlusconi è andato così in scena ieri, in uno dei momenti più delicati della sua lunga carriera politica, vittima non più dell'accanimento giudiziario di un pm ma di un inedito veto politico proveniente da chi potrebbe essere il «nuovo alleato» di un suo alleato di governo. Una richiesta inaccettabile che meritava nelle sue intenzioni una vendetta plateale, nonostante le «rassicurazioni» del segretario leghista (troppo «autonomo» nelle sue scelte, come dimostra la scelta di Molteni per la Commissione Speciale della Camera), e una contromossa in questa partita di scacchi infinita. E così è stato. L'inizio – dopo una trattativa durata giorni e limata fino a un attimo prima di entrare in delegazione al Colle - era previsto, per quanto già con un elemento inedito per il fondatore del centrodestra: «Abbiamo concordato un comunicato congiunto e il nostro leader Matteo Salvini ne darà lettura». Così il Cavaliere – entrando per primo nella sala delle dichiarazioni ma non più nel ruolo di king maker - ha introdotto la lettura del comunicato unitario al termine delle consultazioni: nelle sue intenzioni Salvini («il leader») ha il diritto di parola ma tocca a lui quello della«conduzione». E da qui è iniziato il siparietto di Silvio durato per tutti i cinque minuti: da una parte Giorgia Meloni composta e attenta, al centro il candidato premier tirato e concentrato nella lettura e alla sua sinistra lui, il Cavaliere, che non smetterà per un istante di muoversi, di indicare con i gesti della mano e con il labiale i punti del comunicato e di richiamare con lo sguardo verso di sé gli osservatori in sala... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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