IL REBUS DEL GOVERNO

Ricatto grillino a Salvini: "O noi o Berlusconi"

Carlantonio Solimene

"Salvini deve scegliere tra il cambiamento e Berlusconi". E' questa la reazione che viene fatta filtrare dai vertici del MoVimento 5 Stelle dopo la decisione dei tre leader del centrodestra di presentarsi in un'unica delegazione al prossimo giro di consultazioni che dovrebbe cominciare nella seconda metà della prossima settimana. Un modo - per Salvini, Meloni e Berlusconi - di sgombrare il campo dalle voci di un possibile accordo di governo tra i pentastellati e la sola Lega. Così i big del MoVimento, riuniti a Ivrea per un evento organizzato domani dalla Associazione Gianroberto Casaleggio, tornano in pressing sul Carroccio sperando si liberi dello scomodo alleato. Il piano B resta quello di un'intesa - improbabile - con il Pd. Ma che i grillini non vogliano al momento rinunciare all'ipotesi di un accordo con i Dem lo dimostra la trattativa serrata che in queste ore si sta dipanando sul nodo della presidenza della commissione speciale per il Def alla Camera. Di prassi dovrebbe andare al presidente uscente della commissione Bilancio. Così accadde, ad esempio, cinque anni fa, quando toccò al leghista Giorgetti nonostante il Carroccio avesse già dichiarato che si sarebbe schierato all'opposizione di qualsiasi governo. Stavolta, quindi, quella poltrona dovrebbe andare al Dem Francesco Boccia, peraltro casualmente il più propenso a un dialogo del Nazareno con i pentastellati. E infatti diversi deputati grillini si sarebbero schierati per questa ipotesi. Al contrario, i leghisti vorrebbero reinsediare Giancarlo Giorgetti alla testa dell'organo parlamentare la cui durata, a conti fatti, dovrebbe essere solo di un mesetto. La votazione decisiva è prevista martedì. Se dovesse prevalere la prassi e la linea grillina, il dialogo col Pd potrebbe uscirne rafforzato, sempre in attesa dell'assemblea dem del 21 aprile che potrebbe "scongelare" ulteriormente il partito. In caso contrario, i ponti con il Nazareno sarebbero definitivamente tagliati, e non resterebbe altra strada che un governo Di Maio-Salvini. Se con Forza Italia o senza, invece, lo si capirà nelle prossime settimane.