Dottore a chi? La carica dei senza laurea
Dai candidati premier al tesoriere grillino solo con la licenza media. Il "foglio di carta" non serve più. Neanche per fare carriera in Parlamento
C'era una volta il «pezzo di carta». Quello che per i genitori era necessario in ogni caso. Anche se, magari, il figlio voleva dedicarsi al commercio o tentare la carriera d'artista. Di una cosa, per lo meno, si era sicuri: per fare politica, per farla ad alto livello, la laurea era necessaria. Lo raccontavano le statistiche: la percentuale di laureati tra gli eletti all'Assemblea Costituente era intorno al 97%. Quella tra i parlamentari della prima legislatura del 91. Cifre importanti, specie se si considera che nell'Italia del dopoguerra a poter vantare un titolo accademico erano solo 422 mila persone. L'1% della popolazione totale. Negli anni la percentuale è ovviamente migliorata. Nel 2016 si è arrivati al 15,7% di laureati nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 64 anni, restando però al penultimo posto in Europa, davanti alla sola Romania. Eppure in Parlamento la tendenza è stata esattamente l'opposta. Il punto più basso stato raggiunto nella XV legislatura (dal 2006 al 2008), quando a poter vantare un titolo accademico era poco più el 64% degli onorevoli. Poi la media è andata... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI