Salvini: "Non per forza premier". E apre sul reddito di cittadinanza
"Io sono pronto, la squadra è pronta. A me interessa cambiare l'Italia e sono pronto a metterci la faccia e lavorare 24 ore su 24, ma non è 'o Salvini o la morte". L'apertura del segretario della Lega (e leader del centrodestra) è chiara. Si può dialogare con i 5 Stelle, i quali devono decidere tra "rimanere a vita all'opposizione" o "assumersi delle responsabilità" di governo. Salvini, da parte sua, lui potrebbe pure fare un passo di lato, concedendo qualcosa sul reddito di cittadinanza e, forse, lasciando Palazzo Chigi ad un collega fedele e preparato sui dossier economici come Giancarlo Giorgetti. Il capo del Carroccio ha in mente "un calendario dove mettere le leggi che ci interessano", dalla Fornero da azzerare alla "riduzione delle tasse" (il termine 'flat tax' non è più così ricorrente). E ancora: nuove norme sulla legittima difesa e un nuovo corso sulla gestione dei flussi migratori. Magari pure una riforma costituzionale, perché "se avremo 5 anni davanti, il Paese andrà accompagnato nel futuro", spiega il senatore. Certo, "ci ha provato Renzi a colpi di maggioranza, con scelte che non ho condiviso", sottolinea, aggiungendo che "serve maggiore attenzione ai territori, e avere parlamentari eletti che non cambino 25 partiti". Salvini sogna un'Italia "federale e presidenziale", mentre vede i senatori a vita come "una figura anti-storica". Su tutto questo (e su una politica più filo-russa, che non espelle i diplomatici di Mosca), il leader della Lega potrebbe trovar sponda nel Movimento 5 Stelle? In un'intervista al Messaggero, Salvini specifica che "con Di Maio non abbiamo mai parlato di governo", ma "adesso cominceremo a farlo". Poi, nel pomeriggio, al Consiglio comunale di Milano, dichiara che il reddito di cittadinanza, "se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito", andrebbe bene. Sulla carta, la misura pentastellata punta proprio a questo: garantire sì un reddito ma offrendo un impiego e, dopo tre offerte rifiutate, non erogare più il denaro. Insomma, per il momento il clima sembra propizio ad un'intesa giallo-verde. I cinquestelle "li conoscevo poco", racconta Salvini a margine del consiglio comunale meneghino, aggiungendo: "L'inizio è stato positivo. Penso che anche loro conoscessero poco me e la Lega. Più che i Cinquestelle e la Lega, abbiano dato dimostrazione all'Italia che il Parlamento può mettersi d'accordo in fretta".