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Parlamento, Fico presidente della Camera. Al Senato eletta Alberti Casellati

L'intesa centrodestra-M5S. La senatrice di Forza Italia è la prima donna a Palazzo Madama

Silvia Sfregola
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Una notte di passione e cinque anni di dura opposizione cancellati nel segreto dell'urna in poco meno di tre ore. A sorpresa dopo lo stallo di questi giorni, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico vengono eletti presidenti di Senato e Camera già al terzo e quarto scrutinio, grazie all'intesa fra M5S e centrodestra maturata tra vertici e telefonate in meno di dieci ore. Il bacio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio profetizzato dal murales comparso in una strada di Roma si è compiuto, anche se il disegno è stato prontamente cancellato dall'amministrazione capitolina. Dopo la rottura di venerdì sera nel centrodestra, con la Lega che converge sull'azzurra Anna Maria Bernini quando ancora Silvio Berlusconi punta su Paolo Romani su cui però c'è il veto del M5S, l'intesa giallo-verde-azzurra sembra una pia illusione più che un'ipotesi su cui ragionare. Invece, il miracolo avviene. Un democristiano vecchia maniera come Lorenzo Guerini (Pd) commenta così la 'nuova alleanza': "E' nata la nuova maggioranza, Salvini-Di Maio e Berlusconi è il ruotino di scorta". Per Matteo Renzi “hanno deciso i caminetti”, frase che genera una serie di equivoci con i Dem, ma lui precisa che si riferisce a Lega e grillini. Il Cinquestelle ortodosso e la pasdaran di Silvio Berlusconi sono la strana coppia su cui la maggioranza di Montecitorio e Palazzo Madama converge senza strappi, dopo il braccio di ferro di questi giorni tra le forze politiche uscite vincitrici dalle urne il 4 marzo. Con 422 voti Fico diventa la terza carica dello Stato, Casellati con 240 la seconda dopo il capo dello Stato. Sui candidati sono finiti i voti di Fdi-Fi-Lega e M5S, Leu ha votato scheda bianca (anche se alla Camera c'è il sospetto che qualche ex Sel abbia scritto il nome di Fico) e il Pd ha optato quasi del tutto compatto per i suoi candidati, i renziani Roberto Giachetti (che si trovava a presiedere l'aula in qualità di presidente provvisorio) e Valeria Fedeli. Quando è ormai chiaro che il deputato 'semplice' M5S ha superato la maggioranza dei due terzi, dai banchi della maggioranza 220 deputati su 221 si alzano e applaudono in direzione di Fico. Beppe Grillo si palesa su Twitter e pontifica: “Habemus Fico”. Una volta uscito dall'aula ad abbracciarlo e baciarlo è il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, altra fotografia di quello che è e che potrà essere il Movimento di lotta e di governo, diviso tra un'anima più vicina agli ideali di destra e un'altra a quelli di sinistra. Subito dopo la proclamazione due nuovi presidenti ricevono rispettivamente le congratulazioni degli uscenti, Pietro Grasso e Laura Boldrini, entrambi ora esponenti di Liberi e Uguali. Fico stringe la mano a lungo all'avversaria di un tempo, quella presidente Boldrini contestata anche nelle forme più dure dai Cinquestelle. Lei con un sorriso gli dice “Auguri”, è la prima. Poco dopo l'ora di pranzo a Montecitorio e Palazzo Madama è un fuggi fuggi generale, i neoeletti se ne vanno come sono venuti: con i trolley, molte aspettative e ancora qualche dubbio su dove si trovino le toilette nei palazzi. Nella girandola degli incontri istituzionali, Casellati e Fico salgono verso le cinque di sera al Colle dal Presidente Sergio Mattarella e ricevono il premier dimissionario Paolo Gentiloni nei rispettivi palazzi. La rivoluzione è compiuta, primo passo verso un altro tipo di alleanza che però non è affatto scontata. Il dato di fatto però resta, per usare le parole del segretario reggente Maurizio Martina: “Oggi è successo un fatto politico”.

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