Sulle presidenze di Camera e Senato è stallo. Romani: M5S non vuole parlare con Berlusconi
Sulle presidenze delle Camere si registra ancora stallo e il vertice dei capigruppo delle forze che siedono in Parlamento si è concluso con un nulla di fatto perché il Movimento 5 Stelle non vuole sedere ad un tavolo a cui partecipi Silvio Berlusconi. Il che viene giudicato "inaccettabile" da Forza Italia. M5S, viene spiegato, considera un solo leader di centrodestra: Matteo Salvini. Dopo la riunione Renato Brunetta e Paolo Romani sono attesi a palazzo Grazioli per un nuovo summit tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore di Forza Italia. Il summit È iniziato verso le 20.10 il vertice dei capigruppo di tutti i partiti per trovare un accordo sulle presidenze di Camera e Senato. All'incontro, che si è svolto nella sala Tatarella, in uso al M5S, hanno partecipato Danilo Toninelli e Giulia Grillo per il Movimento 5 Stelle, Fedriga e Centinaio per la Lega, Brunetta e Romani per Forza Italia, Pietro Grasso per Leu, Guerini e Martina per il Pd e Crosetto e Rampelli per Fratelli d'Italia. No al dialogo Una riunione in cui i 5Stelle hanno chiuso ogni spiraglio al dialogo con Silvio Berlusconi. "Non accettano di parlare dei nomi delle presidenze con il leader di Fi, abbiamo fatto per un'ora questa domanda e loro ci hanno risposto di voler derubricare la cosa al tavolo dei capigruppo", afferma Paolo Romani lasciando, con Renato Brunetta, la riunione dei capigruppo per fare fare il punto sulle presidenze delle camere. Una scelta che i grillini motivano così: "Berlusconi cerca una legittimazione che i cittadini non gli hanno dato e che noi non gli possiamo dare. Deve accettare di aver perso", dichiara Danilo Toninelli, presidente dei senatori M5S. "La Lega ha fatto incidentalmente un nome, quello di Romani" per la presidenza del Senato, "ma il M5S ha ribadito la sua preclusione verso persone sotto processo", ha detto Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia al termine del summit con gli altri capigruppo.