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Di Maio festeggia a Pomigliano: "Siamo proiettati verso il governo del Paese"

Silvia Sfregola
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Luigi Di Maio torna da vincitore nella sua Pomigliano d'Arco dopo una breve visita ad Acerra e Volla. Forte del 32,2% incassato dal M5S alle urne, il leader Cinquestelle viene accolto da cori di giubilo che scandiscono la parola 'Presidentè in alternativa a 'Di Maiò. L'eroe regionale esordisce con un dato che vale più di tanti numeri: «Abbiamo raccolto quasi 11 milioni di voti, l'avete combinata bella. In Sicilia sono finiti i seggi al Senato: abbiamo più candidati eletti che seggi a disposizione». Tra palloncini gialli e un palco allestito in piazza Giovanni Leone, Di Maio prende la parola ed esorta il suo popolo: «Dicono che ci avete votato perché vi abbiamo promesso il reddito di cittadinanza… Vi trattano come miserabili, ma voi siete persone che rivendicano diritti. Noi siamo così forti perché non c'è più lo Stato e noi vogliamo ricostruire lo Stato italiano». Quindi punta il dito sull'incapacità degli altri partiti leggere la realtà: «Sbagliano ancora, se continuano così la prossima volta prenderemo il 35-40%». Difficile dargli torto. Il leader pentastellato attacca poi il principale avversario, quel centrodestra che gli contende la strada verso Palazzo Chigi. «Ieri Salvini ha detto che farà lui il premier. Oggi Berlusconi gli ha detto: 'Complimenti Salvini, ma il leader sono iò. È successo quello che avevo previsto: si sono sfaldati il giorno dopo, e l'ho detto non perché mi faccia piacere», dichiara Di Maio. Quindi il leader pentastellato sottolinea come per il M5S sia «inevitabile» andare al governo, in quanto -con 11 milioni di voti- è una forza politica che «rappresenta tutta l'Italia» a differenza della Lega che pur essendo «12 punti percentuali indietro rispetto a noi» ed essendo «una forza territoriale», pretende di avere la guida del governo. Il candidato premier ribadisce quindi che il M5S è aperto al «dialogo con tutti» alla luce del sole, dopo di che è disposto anche a discutere dei presidenti delle Camere ma, avverte, «altrimenti è un pò difficile fare qualcosa in questa legislatura». Di Maio smorza l'attenzione dei Cinquestelle verso il Pd piuttosto che nei confronti della Lega. Nello stesso senso va una nota ufficiale del Movimento in cui si sottolinea che «non c'è alcuna attenzione particolare verso una o l'altra forza. Il nostro programma contiene delle proposte specifiche, che siamo pronti a discutere con tutti». Il vicepresidente della Camera continua poi nell'atteggiamento di fair play nei confronti del Colle. «Noi - proclama dal palco - non vogliamo forzare mano, ma rivendichiamo diritto a iniziare a risolvere problemi italiani anche perché siamo stati i primi a presentare una squadra di governo e a indicare un premier. Gli italiani ci hanno dato la fiducia per andare a chiedere che ci affidino il governo».

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