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Le tre voci del centrodestra: ora tocca a noi

Berlusconi lancia Tajani premier. Salvini: pronto a guidare il Paese. Meloni a Latina con il candidato nel Lazio Parisi

Davide Di Santo
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Se gli elettori vorranno e se il Presidente della Repubblica lo decidera' "sono a disposizione della mia Patria" che "cercherò di servire nel modo migliore". Antonio Tajani parla dopo l'investitura ufficiale giunta ieri sera da Silvio Berlusconi a candidato premier di Forza Italia. Per la prima uscita pubblica - a poche ore dalla chiusura di una campagna elettorale alla quale non ha mai partecipato direttamente - sceglie la platea del Canova club, un'associazione di manager, professionisti e imprenditori. "Sono figlio di militare, la prima cosa che ho imparato a disegnare e' stata il Tricolore e tutto quello che ho fatto, l'ho fatto sempre perché ho un grande amore per la mia Patria", aggiunge senza ricordare pero' i suoi trascorsi di ufficiale dell'Aeronautica militare. E se non arrivera' a Palazzo Chigi, sottolinea, continuera' il suo incarico di presidente del Parlamento europeo. Per 90 minuti (dopo una giornata trascorsa in gran parte a casa di Silvio Berlusconi e dopo aver sentito al telefono la primo ministro bitannica Teresa May sulla Brexit) risponde alle domande degli ospiti sul caso Ema ("Se non andra' a Milano evidentemente non siamo stati abbastanza bravi. Non possiamo dare la colpa alla Spagna", dice), sul rischio di un ritorno del fascismo e del comunismo ("un dibattito ormai superato perché Hitler, Stalin e Mussolini non ci sono piu'", sostiene) e sulla vertenza della Embraco. "Tajani mi ha portato un regalo, un programma che prevede un fondo finanziato dalla Bei, dalla Cassa Depositi e Prestiti e fondi strutturali per le infrastrutture, mirato per il sud di tra i 20 e i 30 miliardi entro il 2020, 250 miliardi di cantieri. Tutto ciò può produrre 500mila posti di lavoro", ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a Porta a Porta, mostrando un cartello.  "Con questi fondi - ha aggiunto - decine di migliaia di piccole e medie imprese". Intanto dopo trecento tra comizi e incontri da Nord a Sud Matteo Salvini è convinto: "Sono pronto a fare il premier, oneri e onori. Sono pronto a cominciare a lavorare". Per lui c'è non solo una sfida elettorale da vincere contro Renzi ("il referendum" lo ha definito, "tra il futuro che è Salvini e il passato che è Renzi") e i 5 Stelle ma anche un match interno con il competitor che ha finalmente un volto ufficiale: Antonio Tajani. Tutto questo, a distanza di poche ore dall'annuncio ufficiale di Silvio Berlusconi sul suo nome per palazzo Chigi, non lo ha turbato: "Saremo la prima forza di centrodestra a livello nazionale", ha spiegato il candidato premier della Lega.  Giorgia Meloni sceglie invece Latina per lanciare una delle proposte più "evocative" del suo programma. "Creerò un fondo per sostenere le città di fondazione, patrimonio irrinunciabile".  «Mi impegno - ha detto dal palco allestito per la chiusura della campagna elettorale di Stefano Parisi, candidato alla Regione Lazio - a sostenere gli imprenditori che resistono in questo territorio, a difendere ferocemente il made in Italy e il valore della bellezza che qui è lavoro, a sollecitare la realizzazione di un'autostrada Roma-Latina e il raccordo Cisterna-Valmontone, a costituire il fondo per le città di fondazione patrimonio irrinunciabile, a sostenere la natalità delle nostre giovani coppie". Sprint finale anche per Stefano Parisi, candidato alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra, durante la manifestazione di chiusura della campagna elettorale con Giorgia Meloni a Latina: "Prima si pensava non ci fossero alternative. Invece l'alternativa c'è. Noi possiamo veramente cambiare pagina, possiamo avere un governo di qualità, forte, di centrodestra in questa Regione. Possiamo finalmente fare le infrastrutture. Zingaretti ha detto di aver risanato la sanita', forse non è mai stato in un ospedale. Ha fatto un accordo con Grasso, quello che vuole regolarizzare tutti gli immigrati che sono in Italia, e la Boldrini, e hanno deciso che l'autostrada Roma-Latina non si deve fare. C'è molto da fare, ci sono investimenti da fare, bisogna cambiare la sanità, bisogna rimettere a posto i rifiuti. E soprattutto tanta occupazione, forza di lavoro, dobbiamo crescere. Questa Regione sara' grande, dobbiamo tornare a essere grandi. Dobbiamo farla diventare un modello per tutto il Paese. Se ci impegniamo possiamo cambiare". ( "Il 4 marzo - ha aggiunto Parisi  - succede una cosa importante: o c'è un governo di centrodestra, che è l'unica coalizione che puògarantire un governo stabile al Paese, o c'è il caos. Tutti devono andare a votare, soprattutto gli indecisi. Giorgia Meloni ha voluto che fossimo uniti, perché serve un governo coeso. Abbiamo bisogno di sicurezza, e la sicurezza c'e' con un governo forte, con gente competente che vuole prendere questo Paese e tirarlo dal disastro in cui si trova", ha detto ancora Parisi.

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