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Tutti dicono no all'alleanza post voto. Ma ecco chi sta lavorando già all'intesa

Carlantonio Solimene
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I «sottobraccisti» del Transatlantico stanno già scaldando i muscoli. Il loro momento arriverà poco dopo il 20 marzo, quando i parlamentari eletti nel voto della prima domenica del mese si saranno ufficialmente insediati. E verrà l'ora di far di conto per valutare le possibilità di formare un governo che abbia la maggioranza in entrambe le Camere. A voler credere a quanto sostengono i politici e ai risultati degli ultimi sondaggi prima dello stop pre-elettorale, non sembra esserci speranza. Persino il centrodestra galvanizzato dal ritorno in campo del Cav e dalla ritrovata compattezza tra «sovranisti» e «moderati» è ancora lontano una ventina di seggi dal numero magico a Montecitorio: 316 deputati. Stando ai vari patti «anti-inciucio» imposti, ad esempio, dalla Meloni e da Di Maio, la situazione resterebbe cristallizzata e l'unica strada sarebbe il ritorno alle urne. Sarebbe, appunto... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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