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Il ritorno di Scajola: "Stop infamie, ora farò il sindaco"

Sui "finti amici" negli anni da imputato: "Non serbo rancore. E basta con la casa a mia insaputa. Mai detto"

Pietro De Leo
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La voce ha mantenuto il tono stentoreo nel mettere bene in fila obiettivi e passaggi. Insomma, Claudio Scajola è sempre Claudio Scajola. Tra i protagonisti della Seconda Repubblica, l'uomo che a fine anni '90 fece di Forza Italia un partito vero è uscito, qualche giorno fa, dall' ennesimo calvario giudiziario con un' assoluzione, in un processo per finanziamento illecito. E sabato ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Imperia. Siamo al «rieccolo», Scajola? «Diciamo di sì. Ho fatto tante cose nella vita: parlamentare, ministro, coordinatore di Forza Italia. Amo Imperia, ma ci sono tante criticità dovute a una maggioranza spuria, con pezzi di centrodestra e centrosinistra. Per questo, in tanti mi chiedono di occuparmi della città. Per settimane la sera tendevo al sì, poi la mattina mi svegliavo e dicevo: "ma chi te lo fa fare?". Ora ho deciso: Imperia chiama, io rispondo». Però Toti, Presidente della Liguria, non è d'accordo. Suo nipote Marco Scajola ha avuto una reazione non entusiasta. Questo rovina il quadro felice del rientro? «È così e mi dispiace. Da qualche tempo a questa parte noto toni molto duri di Toti nei miei confronti. Parallelamente, mio nipote Marco, che ho aiutato nella crescita politica, essendo assessore alla Regione sta dimostrando un certo imbarazzo. Tutto questo è stato lo stimolo definitivo a decidermi per la candidatura. Io non accetto una visione politica così diversa dalla mia, che è fondata sul rispetto... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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