CENTRODESTRA

Elezioni, Berlusconi: "Il premier lo indicherò io. Sarà un nome autorevole"

Dario Martini

"L’esperienza insegna che debito pubblico e pressione fiscale crescono insieme, come hanno dimostrato i governi di sinistra in questi ultimi anni. L’unico modo per abbatterlo è un grande piano di privatizzazioni, per 5 punti percentuali circa, che insieme alla ripresa della crescita e all’avanzo primario nei conti pubblici determinato all’aumento del gettito, porterebbe a un rapporto debito/Pil vicino al 100% in cinque anni, con la relativa riduzione della spesa per interessi". Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Corriere della Sera, che afferma di avere "ben chiari i costi" delle promesse fatte fino a ora e aggiunge: "Tagliare le tasse, a regime, non è un costo, anzi è un modo per incrementare il gettito dello Stato". E sul tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, "è una regola forse stupida, ma noi la rispetteremo", assicura Berlusconi. Quanto a chi sarà il candidato di Forza Italia a palazzo Chigi in caso di vittoria del centrodestra, il Cav non si sbilancia: "Non cado nella simpatica provocazione: se le dessi un identikit si scatenerebbe la caccia al nome, con risultati più o meno fantasiosi, ma comunque fastidiosi per gli interessati. Lo rivelerò al momento opportuno, e sarà di assoluta autorevolezza. D’altronde, in ogni caso, il garante del programma e degli impegni presi con gli elettori sono e rimarrò io. Gli elettori non voteranno al buio". Berlusconi parla anche della legge Fornero che, dice, "affronta male un tema vero: l’aumento della vita media, collegato al calo della natalità, rende necessario un aumento dell’età pensionistica per mantenere i conti in equilibrio". E sottolinea: "D’altronde il tema pensioni non si esaurisce con la Fornero: l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro per tutti, anche per le casalinghe, per noi è irrinunciabile". Il leader di Forza Italia sottolinea di avere rapporti "eccellenti", "vera considerazione" con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E ritiene che l’astensionismo e il M5s siano "due facce della stessa medaglia, sono espressioni della condivisibile delusione e del legittimo disgusto per questa politica, e per questi politici, di molti elettori. Però sono due scelte che invece di risolvere i problemi li aggravano". Sulla possibile vittoria dei grillini al Sud è netto: "Noi vinceremo al Sud come al Nord. Però una cosa è vera: in questi anni il Sud è stato abbandonato a sé stesso ed è inevitabile che il vento della protesta spiri particolarmente forte nelle regioni economicamente più deboli". Berlusconi, infine, non crede che la debolezza della Germania, dove Angela Merkel non riesce ancora a formare un nuovo governo, possa aiutare un rilancio dell’Italia in Europa: "L’Italia in questi ultimi anni è stata debolissima in Europa anche su temi decisivi come la gestione del dramma dell’immigrazione. La via per recuperare autorevolezza però non passa dall’indebolimento degli altri, e comunque non sono affatto convinto che la signora Merkel alla fine uscirà davvero indebolita da quanto sta accadendo in Germania. Il rilancio del nostro ruolo passa dalla nostra capacità di esprimere un governo serio, stabile, competente, espressione del consenso degli elettori, capace di far ripartire il nostro Paese".