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Civica popolare, Beatrice Lorenzin presenta il simbolo: "Un fiore petaloso"

Beatrice Lorenzin

Silvia Sfregola
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Nessuna margherita, in modo da evitare guai legali dopo la diffida di Francesco Rutelli ad evocare simboli di un passato che fu, ma un "fiore petaloso, frutto dell'immaginazione di un bambino". Beatrice Lorenzin presenta il simbolo di Civica popolare, lista centrista che raccoglie Alternativa popolare, i "Centristi per l'Europa" di Pier Ferdinando Casini e Giampiero D'Alia, Italia dei Valori, "l'Italia è popolare" e "l'Unione" di Lorenzo Dellai. "Questo simbolo rappresenta la nostra storia - dice la ministra della Salute - e parla di crescita, speranza e futuro. Qualcuno ci vuole vedere una margherita? Assolutamente non va vista. Non stiamo cercando un riferimento botanico. Non è una margherita, per me è una peonia - insiste - Me lo ha regalato un bambino figlio di una mia amica". Lorenzin intende lanciare sulla scena politica "qualcosa di nuovo e di diverso" rispetto alla "campagna elettorale alla Cetto La qualunque, a chi la spara più grossa" di questi giorni. "Abbiamo deciso di mettere in campo un soggetto politico che non si ferma a queste elezioni ma che guarda avanti e vuole dare risposte e ricostruire il collante tra le istituzioni e la società". Non "una lista elettorale - ripete più di una volta - ma una forza politica che guarda avanti". La soglia di sbarramento non preoccupa, almeno nelle intenzioni: "Non sappiamo quanto faremo, ma non importa. Vogliamo dare risposte concrete a partire dalla nostra identità. Noi siamo diversi dai nostri compagni di strada, abbiamo la nostra forza". Il punto di partenza sono i cinque anni di governo alle spalle, "tre Governi diversi all'insegna di una consapevolezza - sottolinea la ministra della Salute - l'Italia rischiava di affondare, eravamo sull'orlo del baratro. La nostra azione di governo, la nostra responsabilità, i nostri valori anche se diversi hanno permesso che si costruisse un'altra storia". I cinque anni che verranno, per i centristi, "non dovranno "disperdere i sacrifici fatti". È prima una questione di metodo che di merito. Lorenzin gioca con l'esperienza maturata in ambito sanitario: "Abbiamo vaccinato gli italiani, ma credo che l'Italia abbia bisogno di un vaccino contro l'incapacità e dai populismi e gli estremismi - dice - Vogliamo introdurre un nuovo farmaco: l'ascolto". Il programma, sul quale gli alleati si confronteranno nei prossimi giorni, verrà presentato "in più tappe". Si parte da una convinta vocazione europeista. "Siamo per l'Europa ma l'Europa va cambiata, deve essere meno burocratica e dare risposte". Il secondo aspetto, sottolinea Lorenzin, "è quello del lavoro, soprattutto per i giovani: sarà al centro delle nostre politiche. Non vogliamo smontare le riforme ma migliorarle". Un altro tema che la ministra della Salute definisce "fondamentale" è la demografia. E poi anziani, famiglie ("bisogna sostenere il potere d'acquisto") e imprese ("sono loro a costruire lavoro").

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