SCONTRO SULL'ABOLIZIONE
Canone Rai: guerra nel centrosinistra. Tra Renzi e Calenda volano gli stracci
Nuovo duro attacco del ministro Calenda alla proposta Pd di abolire il canone Rai. «La campagna elettorale - dice il responsabile dello Sviluppo Economico - sarà per molte forze politiche un enorme Truman show di promesse insostenibili. Ma il Pd non può restare dentro questo brutto spettacolo fatto solo di annunci a effetto. Deve uscirne immediatamente, altrimenti non solo non guadagnerà nuovi voti, ma perderà anche l’elettorato di centrosinistra». Il ministro quindi manda un messaggio direttamente al segretario del Pd: «Verso Renzi, che ho sentito anche oggi, ho sentimenti di gratitudine e di lealtà, ma questa lealtà non può essere cieca fedeltà e approvazione di ogni proposta, peraltro quasi mai condivisa». È una questione di metodo o di merito? «Entrambe. Sono stato così secco su questa proposta - spiega Calenda - perché Renzi mi ha chiesto la disponibilità, e io gliel’ho data, a collaborare sul programma del Pd. Ma lo faccio a patto che si lavori a un progetto per il Paese, non a battute estemporanee da Truman show». C’è un deficit di comunicazione da parte di Renzi? «C’è stato l’opposto. La voglia di dire che tutto andava benissimo e che erano stati raggiunti risultati mirabolanti, quando per rimediare ai danni della crisi ci vuole e ci vorrà ancora molto lavoro». Quindi una battuta sullo stato dei rapporti fra il Pd e la lista Bonino: «Mi sono permesso di dire a Renzi che avrebbe dovuto sedersi con la Bonino. Al di là delle previsioni sulle percentuali che avrà alle elezioni, c’è una sinergia politica che va coltivata». Nervi quindi ancora tesissimi tra il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e il segretario Pd Matteo Renzi. A scatenare la polemica, ieri, è stata l’indiscrezione che vorrebbe il leader dem intenzionato a eliminare il canone Rai sostituendolo con un finanziamento pubblico. «Spero che non sia la proposta del Pd per la campagna elettorale - twitta Calenda - I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro». Poi l’affondo: «Non capisco perché, dopo aver fatto tante cose serie e buone per la crescita, gli investimenti e l’occupazione , vedi dati Istat di oggi si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto. È un peccato». Calenda ingaggia poi una lunga discussione su twitter con Matteo Orfini. Secondo il numero uno del Mise questa «inversione a U» danneggia «la credibilità dei governi e del Pd». Per il presidente del Pd, invece, «la fiscalizzazione del canone Rai è una nostra proposta storica. E rafforza la Rai. Mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese ne abbiamo già viste troppe». Un botta e risposta sul quale interviene poi lo stesso Renzi. «Canone Rai. Prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113 euro. Adesso è a 90 euro. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti», cinguetta il segretario Pd. Una discussione sulla quale si avventano le opposizioni. Per il deputato M5S e presidente della commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, «Renzi e il Pd hanno aspettato la fine della legislatura e lo scioglimento delle Camere per fare l’ennesima proposta propagandistica sulla Rai con l’occhio puntato sulle elezioni». Più sarcastico il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, che liquida la questione con un «ormai se ne sparano tante». Dal centrodestra Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia parla di un «Matteo Do Nascimento Renzi, che insieme all’abolizione del canone regalerà una bicicletta col cambio Shimano» mentre per Renato Brunetta, «Carlo Calenda schiaffeggia mister Etruria Matteo Renzi». E aggiunge: «Buio per il Fiorentino. E comunque, per la cronaca, il canone in bolletta è arrivato con suoi mille giorni. Dicesi incoerenza». Sul tema interviene anche il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli: «Non posso commentare una proposta basata su una indiscrezione - dichiara - mi meraviglia anche la fretta con cui si dà tutto per certo ed il tono di alcune reazioni». «Quello che so è che il governo Renzi con la riforma del canone in bolletta ha recuperato l’evasione ed abbassato il costo per i cittadini onesti che lo pagavano. Dando certezze ai conti pubblici e alla Rai e ponendo le basi per aiutare tutto il settore dell’informazione», aggiunge. Quanto alla privatizzazione, per la quale Calenda è favorevole, Giacomelli dice di trovare «contraddittorio da un lato preoccuparsi di difendere l’Italianità di infrastrutture strategiche e dall’altro teorizzare la privatizzazione di una realtà come Rai che finirebbe, facile previsione, in mani non italiane».