LA SOTTOSEGRETARIA NEL MIRINO
Banca Etruria, Renzi blinda Boschi: "La ricandideremo"
Matteo Renzi blinda Maria Elena Boschi: "Saranno i cittadini a decidere se Boschi debba essere portata in Parlamento oppure no". In altre parole, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, rimane candidata nonostante la sua posizione sia uscita molto indebolita dopo una settimana di audizioni in Commissione Banche. Renzi, come l’ex ministro delle Riforme, vede "una caccia alla donna", nelle reazioni alle rivelazioni di Giuseppe Vegas, Ignazio Visco e Federico Ghizzoni. Audizioni che, per il segretario dem, hanno fatto chiarezza su quanto accaduto con la crisi di Banca Etruria. Non così per le opposizioni. Lega, M5S e Mdp (più cauta la posizione di Forza Italia) ne fanno invece una questione morale che attiene il presunto conflitto di interessi di Boschi, il cui padre all’epoca della crisi di Banca Etruria era vice presidente dell’istituto. Renzi, intervistato a Tgcom 24, spiega che se è vero che il Partito Democratico perde consensi è anche vero che è a pochi decimali dal primo partito accreditato dai sondaggi: "Il M5s è al 25,7 e noi al 25", sottolinea per poi dirsi convinto di poter contare sulla "squadra più forte in circolazione", quella che può vantare nomi "come Minniti, Orlando e Martina". Parole che sembrano voler aprire al dialogo con le aree del partito fin qui più critiche, quelle che hanno sempre reclamato la necessità di una gestione più collegiale. A Renzi non sfugge, infatti, che ricompattare il partito è l’unico modo per tenere viva la speranza di resistere al’onda d’urto di una campagna elettorale in cui il tema Boschi ed Etruria la farà da padrone. «Non credo che le banche siano il principale problema del Paese ma chi ha rubato deve essere giudicato dai tribunali. Se hai bruciato 44 miliardi il conto lo pagano i risparmiatori e chi non ha più accesso al credito. Per questo abbiamo voluto la commissione d’inchiesta. Ma si è cercato di guardare il dito quando noi indicavamo la luna», sottolinea ancora, «perché quella di Banca Etruria è una vicenda priva di ricadute penali. Giusto comunque fare chiarezza». Compattare il partito, dunque, ma anche volare alto, lontano dalle polemiche. Una delle non molte frecce all’arco di Renzi è, infatti, il potersi presentare agli elettori con i risultati raggiunti in questi anni. «Voglio presentarmi in Tv con una cartina geografica in cui si evidenziano tutti i nostri interventi sul territorio», ha spiegato il segretario, «sicuramente lo farò». Renzi sa bene che la sua posizione è tutt’altro che comoda: si trova a dover affrontare la campagna elettorale senza poter fare leva sugli errori del governo in carica - governo che Renzi non guida pur essendone, con il Pd, l’azionista di maggioranza - e dovendo, in ogni caso, dare una visione dell’Italia che verrà. Per questo, anche oggi, alla domanda di Paolo Liguori sulla sconfitta di Milano per diventare sede dell’Ema, Renzi ha risposto: «Per me quello che fa Gentiloni è ben fatto». E per questa ragione tutte le risposte sui temi riguardanti scuola e sanità, si proiettano in un futuro che vede «l’Italia nel ruolo di leader», ma stando bene attento a sorvolare sulle cose che non oggi non vanno e sono immediatamente da correggere. Il segretario dem intende giocarsela fino alla fine, forte della convinzione che il suo partito sia lì a sfidare i grillini in un testa a testa: «La partita per il primo posto è due. Il primo partito sarà o il M5S o il Pd. Noi vogliamo che il Pd sia il primo partito e credo che ci riusciremo». Una ventata d’ottimismo prima di dedicarsi per qualche giorno alla famiglia, nella speranza di riuscire a rifiatare: «Vado a Firenze perché ho da organizzare un campo scuola con i miei figli». Rimane la domanda sulla mail di Marco Carrai a Ghizzoni: «Non ne sapevo assolutamente niente».