Per Dell'Utri fine persecuzione mai
Marcello Dell'Utri è pronto a lasciarsi morire in cella, andando spontaneamente incontro a quel destino che sente essergli stato imposto dai giudici. Dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di rigettare l'istanza di scarcerazione presentata dai suoi legali per motivi di salute, l'ex senatore del Popolo delle libertà è determinato a portare fino in fondo la battaglia per i suoi diritti. «Preso atto del fatto che hanno deciso di lasciarmi morire in carcere – ha riferito il settantaseienne agli avvocati Simona Filippi e Alessandro De Federicis – ho deciso di farlo di mia volontà, adottando da oggi lo sciopero della terapia e del vitto». Una scelta, quella di Dell'Utri, che potrebbe seriamente minare le sue già precarie condizioni. Ristretto nella casa circondariale di Rebibbia dove sta scontando una condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, l'ex forzista è affetto da una grave forma di cardiopatia e da un tumore. Patologie per le quali era stata sollecitata la possibilità per il condannato di ricevere cure ospedaliere al di fuori delle mura del penitenziario, in strutture adeguate alle circostanza. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI