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Boschi: "Ecco tutta la verità su Banca Etruria". E risponde a Berlusconi: "Stravolge la realtà"

Maria Elena Boschi

Silvia Sfregola
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In tailleur nero e determinata a smontare definitivamente le accuse sul "caso Etruria" dopo la notizia del papà indagato. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi torna in tv e a Porta a Porta da Bruno Vespa racconta tutta la sua verità. La notizia di oggi è che finalmente dopo appelli e fasi di stallo è arrivata la luce verde: la Commissione d'inchiesta sulle banche audirà l'ex di Unicredit Federico Ghizzoni. Secondo la ricostruzione del giornalista Ferruccio de Bortoli, nel novembre 2014 il manager avrebbe avuto infatti un colloquio con la Boschi, allora ministra delle Riforme (ora sottosegretaria ndr), nonché figlia dell'ex vicepresidente di Banca Etruria, Pier Luigi Boschi. Nel colloquio si sarebbero potute fare pressioni per aiutare l'istituto toscano in difficoltà, anche se poi Unicredit non agì, ma l'eventualità fa comunque discutere e avrà strascichi in tribunale per una richiesta di risarcimento di Boschi. "Non era la banca di mio padre" "Non ho mai chiesto a Ghizzoni di studiare l'acquisizione di Banca Etruria che, tra le altre cose, non era la banca di mio padre. Dire che era la nostra banca non corrisponde alla realtà. Mio padre è stato per pochi mesi vicepresidente" ribadisce il sottosegretario Maria Elena Boschi.  "Quello che dice De Bortoli non è vero e quindi dopo mesi ho deciso di andare in giudizio per tutelare il mio nome" fa sapere la Boschi che sottolinea: "Non era mia intenzione farlo ma si arriva ad un punto in cui bisogna dire basta davanti alle bugie anche perché De Bortoli ha usato queste poche righe per lanciare il suo libro". Azione civile e non penale, perché? Le chiede Vespa. "È più utile ma non ho deciso io mi sono affidata alle valutazioni di chi mi assiste che ha ritenuta questa strada la più opportuna" risponde la Boschi. "Mai fatto pressioni su Ghizzoni" "Ho incontrato Ghizzoni varie volte anche pubblicamente" racconta. "La discussione può essere stata generale sul sistema anche sulle problematiche del mondo bancario ma da questo a dire che io ho fatto pressioni su Unicredit per acquistare Banca Etruria questo non è vero. Chi sostiene sia successo mi dimostri il contrario". E aggiunge: "Si è parlato più di questo che di terrorismo internazionale". "Non c'è stato nessun atteggiamento di favore mio o da parte del governo nei confronti di mio padre. Ribadisco quello che ho detto due anni fa in parlamento", dice ancora. "Tutti sapevano che quelle banche erano in difficoltà. Ci saranno processi che accerteranno la verità e chi ha sbagliato deve pagare, compreso mio padre ma i processi si fanno nelle aule non nei talk show. La legge è uguale per tutti anche per mio padre, non ho mai chiesto sconti ma l'attenzione deve essere su tutte le vicende bancarie, lo si deve ai cittadini". "Sempre separato rapporto padre-figlia da ruolo istituzionale" "Se ho parlato con mio padre? Che ci fossero queste indagini in corso è emerso negli ultimi giorni - racconta la Boschi - Poi è ovvio che ci sia un rapporto fra padre e figlia dove si parla di diverse tematiche ma io ho sempre cercato di tenere separato il rapporto umano da quello che mi impone il mio ruolo istituzionale vorrei che questo ci fosse anche da parte di chi osserva e dalle forze di opposizione".  Infine la polemica con Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia l'ha attaccata ed ha criticato il Pd: "Non hanno fatto nulla contro la violenza sulle donne" ha dichiarato l'ex Cav. La replica della sottosegretaria viene ribadita davanti alle telecamere di Porta a Porta: "Stravolge la realtà - ha dichiarato - Ne va del futuro di tante donne". Già nel pomeriggio la sottosegretaria, chiamata in causa, si era difesa su Facebool: "Sarebbe facile rispondere in modo polemico ma l'argomento è troppo importante per scadere nello scontro - ha scritto in un post pubblicato sul suo profilo - Penso che i numeri siano la migliore risposta". Snocciola un lungo elenco, poi conclude: "Mi piacerebbe che la lotta contro la violenza sulle donne, la difesa dei loro diritti fosse una battaglia condivisa da tutti, non un tema da campagna elettorale. Vorrei che le pari opportunità e la valorizzazione del ruolo delle donne nella nostra società, la salvaguardia della loro dignità fosse centrale nell'agenda politica di tutti i partiti e non uno slogan da talk show. Siamo quelli che hanno rimesso la norma contro le dimissioni in bianco mentre il governo di destra l'aveva cancellata. Siamo quelli che hanno lavorato sulla conciliazione vita lavoro per la maternità con i decreti Madia e il Jobs Act. Siamo quelli del primo governo con parità di genere della storia repubblicana. Se però Forza Italia pensa di fare della della lotta alla violenza di genere e delle misure a favore delle donne argomento di scontro politico, sappia che noi ci siamo e risponderemo punto punto. Perché la realtà non può essere stravolta da nessuno, nemmeno da Silvio Berlusconi".  

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