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Alfano: "Non mi ricandido". E Pisapia si ritira e scioglie Campo progressista

Pisapia e Alfano

Terremoto in vista delle elezioni

Dario Martini
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A pochi minuti di distanza gettano entrambi la spugna. Angelino Alfano, leader di Ap e ministro degli Esteri, annuncia che non si candiderà alle prossime elezioni. Mentre l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia rompe con il Partito democratico per l'incapacità di trovare un accordo. E, a sorpresa, si ritira, proclamando la fine anticipata di Campo progressista, un progetto politico fallito ancora prima di partire: "Ognuno adesso va per la sua strada", annuncia. Alfano ha motivato così la sua decisione: "Non starò seduto tra i banchi del prossimo Parlamento, perché ho deciso di non ricandidarmi alle prossime elezioni", ha detto a Porta a porta.  "Dimostrerò che si può fare politica anche fuori dal palazzo - ha aggiunto - Ritengo che ci siano dei momenti in cui vadano fatti dei gesti, voglio dimostrare che tutto ciò che abbiamo fatto è stato motivato da una profonda responsabilità verso il paese". Pisapia, invece, è apparso molto sconsolato: "Dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento. La decisione di calendarizzare lo ius soli al termine di tutti i lavori del Senato, rendendone la discussione e l'approvazione una remota probabilità, ha evidenziato l'impossibilità di proseguire nel confronto con il Pd . Ci abbiamo provato, per molti mesi, con tanto impegno ed entusiasmo. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi. Oggi dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento". A Pisapia, d'altronde, non restavano molte soluzioni. La nascita di Liberi e uguali di Grasso gli ha fatto crollare il terreno sotto ai piedi, con la maggior parte degli esponenti dell'ormai ex Campo progressista pronti a bussare alla porta di Bersani & Co.

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