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Gori scende in campo. E Fassino incontra Pisapia

Giorgio Gori

Silvia Sfregola
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Prove di dialogo nel centrosinistra. L'ex sindaco di Torino Piero Fassino, che dal segretario del Pd Matteo Renzi ha avuto il compito di trovare un'intesa con le forze a sinistra del partito, ha incontrato a Milano il leader di Campo Democratico Giuliano Pisapia per aprire la strada a un accordo. Un'apertura caldeggiata anche da Romano Prodi che trova spazio proprio nel giorno in cui il sindaco di Bergamo Giorgio Gori lancia la sua candidatura al Pirellone e chiama a raccolta tutte le forze democratiche per battere il nemico comune: Roberto Maroni. All'auditorium milanese Mahler, scelto da Gori per lanciare la sua campagna, sono arrivati sia Fassino, accolto da un lungo applauso, che Pisapia, che ha dal palco ha ribadito il suo impegno per federare le forze di sinistra in vista delle prossime elezioni. Il faccia a faccia con l'ex sindaco di Torino, ha spiegato Pisapia, è stato "molto positivo" anche se è prematuro parlare di un accordo, che potrà essere certificato da un "garante" se "si farà, come molti auspicano, una coalizione ampia e aperta". Soddisfatto anche Fassino, che ha parlato di un "significativo passo in avanti", in attesa di avviare "un confronto programmatico sui punti che devono costituire la base per aprire una nuova stagione del centro sinistra". Dal palco Giorgio Gori, nel corso del suo intervento durato oltre un'ora, ha auspicato che la "bella coalizione" che lo sostiene - composta dal Pd, da Campo Progressista, Verdi, Idv, Radicali e Socialisti, ma non Mdp, Sinistra italiana e Possibile - "si allarghi ancora". In platea, a ascoltarlo, c'erano anche il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, deputato del Pd Emanuele Fiano, il sindaco di Brescia Del Bono, intervenuto prima di Gori, e l'ex presidente della Regione Piero Bassetti. Grande assente alla convention, dal titolo 'Andiamo a Cominciare', il segretario del Pd, Matteo Renzi. Gori non ha risparmiato le critiche ai cinque anni di amministrazione di Maroni. La Lombardia è come "una nave che va", ma che con Maroni e il centro destra alla guida, "non sa in che direzione sta andando". "È importante lavorare per smontare le promesse - ha aggiunto - non si smontano da sole le balle, dobbiamo puntualmente nei prossimi mesi riportare al vero quello che raccontato" Maroni. Tanti i temi toccati, dalla sicurezza all'immigrazione, dalla legalità al lavoro, passando per autonomia, sanità, ambiente. "È uno scandalo - ha detto Gori - quello delle liste di attesa negli ospedali pubblici, non può andare bene, non è libertà scelta ma la capitolazione della sanità pubblica. Noi - ha aggiunto - manterremo le promesse che lui non ha mantenuto", tra cui quella di abolire superticket e liste d'attesa. La legalità, ha assicurato Gori, sarà "il metodo di ogni comportamento, non servono enti, commissari e ispettori se non vengono fatti lavorare". "La mafia in Lombardia è un cancro lo diciamo senza paura" ha proseguito. Sull'immigrazione, che è una "partita da giocare non in difesa ma all'attacco", poi, "la Regione ha dato il peggio di sè". Un richiamo, infine, è andato poi alle necessità di istituzioni laiche e aperte a tutti. "Non vedrete più scritte sul palazzo della regione nei prossimi cinque anni - ha aggiunto il sindaco di Bergamo - nè negati i diritti sanciti dalla Costituzione nelle strutture regionali".

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