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Mattarella firma il Rosatellum bise promulga la legge elettorale

Per il Quirinale nessun profilo di incostituzionalità

Davide Di Santo
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Disco verde di Sergio mattarella al Rosatellum. Il capo dello Stato ha promulgato oggi la nuova legge elettorale, dopo una attenta riflessione di circa una settimana. Per l'inquilino del Colle quindi nel provvedimento, approvato con l'utilizzo di ben 8 fiducie (3 alla Camera e 5 in Senato) non ci sono 'manifesti presupposti di incostituzionalità' per rinviarlo alle Camere, come aveva chiesto a gran voce il Movimento 5Stelle. Il Rosatellum supera la prova anche degli uffici del Quirinale, tanto da non meritarsi neanche una lettera di accompagnamento con osservazioni. I pentastellati, aveva più volte lanciato l'appello al Colle affinché non promulgasse la legge mettendo in evidenza due aspetti del provvedimento: le pluricandidature e i nominati. Due argomenti, su cui per altro si fonda il ricorso stesso del Movimento alla Corte costituzionale. "Per noi questa legge è incostituzionale. Adesso aspettiamo la Consulta a cui abbiamo presentato ricorso qualche giorno fa" ha commentato il candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio. "I cittadini sappiano che se votano il 5 novembre per il M5S mandano a casa il Rosatellum. Se vinciamo la legge elettorale sarà uccisa nella culla" avverte, anche se a questo punto la sentenza della Consulta non potrà che arrivare dopo le elezioni del 2018. Una scelta, quella di oggi, ampiamente annunciata dallo stesso mattarella, che durante un colloquio con gli studenti qualche giorno fa, parlando proprio della promulgazione delle leggi, aveva quasi inviato un messaggio in bottiglia a chi ne aveva richiamato l'intervento. Messaggio che oggi si è paleso con la firma. L'inquilino del Colle aveva ripetuto infatti che in un solo caso il presidente può non firmare una legge: quando "contrasta palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione". Non è l'idea personale che guida il giudizio del presidente della Repubblica, insomma, "io ho l'obbligo di firmare, perché guai se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgano sulle regole dettate dalla Costituzione. La Repubblica non funzionerebbe più..." aveva avvertito. Sarà quindi il Rosatellum, in cui un terzo di deputati e senatori è eletto in collegi uninominali (un solo candidato per coalizione, il più votato è eletto) e i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista, il sistema elettorale che utilizzeremo, probabilmente a marzo, per andare a votare il nuovo governo.

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