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Rosatellum bis, sì alla legge elettorale

L'aula di Palazzo Madama

L'ok al Senato con 241 sì

Dario Martini
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Il Senato ha approvato il Rosatellum bis con 214 voti favorevoli, 61 contrari e due astenuti. Hanno votato a favore Pd, Fi, Lega, Ap, Autonomie, Gal, Direzione Italia e il gruppo Idea. Contrari M5S, Mdp, Si e FdI. La nuova legge elettorale è stata approvata in tempi record, sono passati infatti solo 35 giorni da quando il Pd ha portato il testo in commissione Affari costituzionali. Come alla Camera, anche a Palazzo Madama non sono mancate le proteste. Soprattutto da parte di bersaniani e grillini. Proprio sul Rosatellum si è verificata l'ultima spaccatura tra Mdp e il governo, con i demo-progressisti che due giorni fa hanno formalizzato la loro uscita dalla maggioranza che sostiene Gentiloni. Il fatto politicamente più rilevante di oggi, invece, è stato il discorso del leader di Ala, Denis Verdini, il quale ha rivendicato il ruolo esercitato in questi anni, garante della stabilità dell Paese in un momento politicamente instabile. "A chi dice oggi che si è realizzata una nuova maggioranza vorrei dire che non è vero. Noi ci siamo, ci siamo stati e ci saremo fino all'ultimo giorno della legislatura - ha detto Verdini - Siamo 14 ministri senza portafoglio, e questo lo rivendichiamo. La nostra scomoda presenza ha sterilizzato gli estremismi postcomunisti e gli integralismi cattolici. Capisco l'amarezza dei bersaniani, ma dovrebbero rivolgerla a se stessi, perché non comprendono i tempi che viviamo". Il senatore di Ala ha rimarcato il sostegno che, in tutti questi anni, il suo gruppo ha garantito ai tre governi guidati dal Pd: "Rivendico il ruolo di supplenza politica che abbiamo svolto, tutelando la stabilità e l'interesse del Paese, ignorando gli stupidi strali che ci venivano rivolti. Noi siamo quelli che hanno consentito al Paese di fare uno scatto in avanti sui diritti, e contribuito a mettere in sicurezza i conti pubblici. Siamo stati leali con Letta, con Renzi e anche con Gentiloni nonostante la sua indifferenza. Io ho problemi giudiziari, ho sempre rispettato i giudici, mi difendo nei processi e non dai processi, e pretendo la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Un tempo esisteva l'appoggio esterno, ora c'è l'appoggio fantasma, coniato appositamente per noi. Lo sanno anche i sassi che qui dentro non c'è mai stata una maggioranza politica, ma questo giochino ipocrita ha fatto comodo un po' a tutti. Noi siamo stati il grillo parlante del riformismo, mettendo a nudo le contraddizioni interne del Pd". I Cinque Stelle, che in questi giorni hanno manifestato in piazza contro il Rosatellum, al momento del discorso di Verdini sono usciti dall'Aula. Il senatore grillino Vito Crimi lo ha definito "uno spettacolo indecente". Il segretario del Pd, Matteo Renzi, invece, ha cercato di minimizzare quel ruolo di "supplenza" enfatizzato da Verdini: "Ala in maggioranza? Assolutamente no, quando Verdini è stato decisivo nel voto sulle unioni civili non siete stati così scandalizzati. Vi stupite che sulla legge elettorale ci sia un accordo con Forza Italia e Lega Nord ma la legge elettorale si vota con chi ci sta, anche con le opposizioni, ci abbiamo provato anche sulle riforme costituzionali, prima che Berlusconi cambiasse idea". Il Partito democratico alla fine non ne esce così bene. Un gruppo di senatori dem, infatti, quelli che fanno riferimento a Vannino Chiti, al momento del voto sono usciti dall'aula per ribadire il loro dissenso al Rosatellum.

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