IL CAVALIERE AL SUMMIT DEL PPE
Migranti, Berlusconi a Bruxelles: "Rivedere il sistema delle quote"
"Rivedere le quote per la distribuzione dei migranti". È questo il primo messaggio di Silvio Berlusconi all'arrivo a Bruxelles, dove il leader di Forza Italia partecipa al summit del Ppe in vista del Consiglio Europeo. "Giudico molto positivo - ha spiegato il Cav - il cambiamento del Trattato di Dublino approvato dal Parlamento europeo, per far sì che il Paese di primo approdo dei migranti non sia anche quello in cui chi arriva resta. Ora però dobbiamo lavorare per rivedere il sistema delle quote e stabilire se queste devono essere proporzionali alla popolazione o al prodotto interno lordo". Berlusconi ha poi toccato numerosi altri punti dell'agenda. Su Bankitalia ha detto che "sicuramente c'è stato meno controllo sulla situazione bancaria di quanto dall'istituto ci si aspettava, quindi non è del tutto senza senso la richiesta di verificare cosa sia successo in quel periodo. Va anche detto che la sinistra prova ad approfittare della situazione per la sua solita tendenza a occupare tutte le poltrone. Prima lo faceva dopo le elezioni, ora ci prova anche prima". In quanto alla situazione politica del Paese, Berlusconi ha detto che "le cose vanno male, la povertà aumenta, la disoccupazione giovanile è un dramma specie al Sud e l'Italia resta il fanalino di coda in Europa per la crescita. Questo ha determinato l'avanzata di partiti estremisti, pauperisti e giustizialisti, ed è per questa ragione che io sono ancora in campo, contro la volontà dei miei figli. Per impedire che gli italiani finiscano in mano a questi estremisti". Infine il Cavaliere ha affrontato il tema della crisi della Catalogna. "Al posto di Rajoy non avrei mandato la Guardia Civil per impedire ai Catalani di votare. Ormai è successo e per risolvere la situazione l'unica strada percorribile è il dialogo. Magari per far ripetere in futuro un referendum che si svolga all'interno delle regole costituzionali e al quale possano partecipare pacificamente tutti i catalani, compresi quelli contrari alla secessione".