Scontro Veltroni-Orfini sulle alleanze
Il primo segretario: con Pisapia e Mdp si vince. Il giovane turco: basta coalizioni per non governare
Ancora polemiche nel Pd e nel centrosinistra. Mentre domattina parte il tour in camper di Matteo Renzi, fanno discutere le parole di Walter Veltroni. Il primo segretario Dem dopo aver parlato in occasione della festa per i dieci anni del partito sabato scorso al Teatro Eliseo, ha sottolineato come alleandosi con Pisapia e Mdp si vince, mentre l'intesa con Silvio Berlusconi e forza Italia è da sconsigliare. «Siamo nelle condizioni di poter competere, ma questo richiede a tutti l'umiltà dell'unità. Bisogna mettere davanti a tutto gli interessi generali della sinistra e del Paese, che di finire al centrodestra e alla Lega o a nessuno, una prospettiva possibile», ha detto Veltroni intervistato da Radio Capital. «Se il Pd recupera il rapporto con Campo progressista e Mdp, solo questo ci avvicinerebbe alla cifra della destra. È un problema di volontà politica, capacità di inclusione del Pd e di disponibilità degli altri», ha sottolineato l'ex segretario del Pd aggiungendo: «Con la sinistra divisa sono successe sempre le cose peggiori». Dopo 10 anni dalla nascita del Pd, secondo Veltroni,«resta il bisogno di un partito aperto, che unisca, che abbia l'ambizione di una sinistra di governo maggioritaria». «Ho letto Parisi - ha proseguito il primo segretario Dem - io non ho nostalgia per quei tempi delle alleanze da Mastella a Rifondazione contro Berlusconi, la sinistra ha pagato un prezzo elevatissimo per quel governo con 100 sottosegretari e un programma di 284 pagine. La vocazione maggioritaria non era andare da soli, nel 2008 non andammo da soli, ma con Idv e Radicali. È l'idea che la sinistra non debba pensare di se stessa di essere talmente debole da allearsi con chi va anche con gli altri. È l'idea della sinistra che decide che può andare oltre le colonne d'Ercole del 20%. È stata la grandezza di Berlinguer, che in 4 anni ha portato il Pci al 34% con strappi radicali. Il coraggio della politica a sinistra è quella di conquistare altri elettori, poi bisogna allearsi». Per questo, una grande alleanza tra Berlusconi e Renzi, per Veltroni «sarebbe un errore. La forza del Pd è la sua alternativa alla destra». Il primo segretario del Pd ha poi escluso qualsiasi ipotesi di ricandidatura: «La mia vita è e resterà diversa rispetto a quella del passato». Le parole di Veltroni vengono duramente contestate da Matteo Orfini, secondo cui «l'unità tra le forze di centrosinistra ha senso, è un valore se c'è un progetto condiviso». Nel Rosatellum bis il Pd, ricorda il deputato, «ha inserito le coalizioni, e questo crea le condizioni per arrivare ad alleanze», ma le alleanze, «come abbiamo visto in alcuni casi, con Prodi ad esempio, non hanno poi funzionato per governare. Bisogna cercare unità se c'è un progetto omogeneo, fare alleanze solo per vincere non ha senso. Noi abbiamo creato le basi per un dialogo, ora tocca agli altri». Intanto, prende il via domani, alle 9.55 dalla stazione Tiburtina, il treno del Pd con Matteo Renzi. L'iniziativa porterà il leader Dem, dirigenti, parlamentari, sindaci del Pd attraverso il Paese per un dialogo con l'Italia profonda. Il convoglio (5 carrozze, 150 metri di lunghezza, 100 posti a sedere, 107 province toccate, 8 settimane la durata del giro) inizierà la sua corsa dal centro Italia, alto Lazio e Umbria. Le tappe di domani sono Farfa, Civita Castellana, Narni, Spoleto e Fano. Poi, mercoledì toccherà a Fano, Osimo, Recanati, Montegranaro e Arquata del Tronto; giovedì a Pescara, San Salvo e Termoli; venerdì a Foggia, Barletta, Polignano, San Vito dei Normanni, Lecce e Taranto; sabato Matera e Bari. Il treno, poi punterà verso Nord. Ogni stop sarà abbastanza breve, 90 minuti: il tempo per Renzi di ascoltare le istanze del territorio per poi ripartire verso la tappa successiva.