I Verdini boys salvano il governo
E Pisapia rottama D'Alema
Alla fine la «montagna» della spaccatura della sinistra ha partorito il «topolino» di un Def che ha superato l'esame dell'aula del Senato anche senza i voti dei riottosi bersaniani. Merito anche dei verdiniani di Ala, che hanno votato il provvedimento perché, come ha detto Lucio Barani, «sarebbe stato irresponsabile consegnare l'Italia alla Troika». E così la giornata del Campo progressista si è conclusa con il minimo risultato nonostante il massimo sforzo. In mattinata era stato il leader in pectore Giuliano Pisapia ad aprire le ostilità scegliendo subito il bersaglio grosso: Massimo D'Alema. «Sa perfettamente - ha detto Pisapia riferendosi all'ex premier - che io sono a disposizione di un progetto unitario e invece continua a fare dichiarazioni che dividono. Era favorevole che oggi (ieri, ndr) non si votasse lo scostamento di bilancio, che avrebbe portato all'aumento dell'Iva. Io e altri abbiamo voluto fare un percorso diverso diverso. Io sono dell'idea che chi non ha obiettivi personali potrebbe fare un passo di fianco. Bisogna essere in grado di unire». Il risentimento di Pisapia era tutto sommato comprensibile. Il giorno prima aveva incontrato il premier Paolo Gentiloni con i bersaniani Cecilia Guerra e Francesco Laforgia. Dal vertice era uscito un... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI