M5S: NON VOGLIONO SCOPRIRE NULLA
Al via la commissione d'inchiesta sulle banche. Casini presidente
Dopo mesi e mesi di attesa ha iniziato i lavori la commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Il primo atto è stato la nomina del presidente: è Pier Ferdinando Casini, eletto a maggioranza assoluta. Casini, che si è dimesso dal precedenti incarico di presidente della commissione Esteri del Senato, ha ottenuto i 21 voti necessari per raggiungere lo scranno più alto dell’organismo. Nella prima votazione, oltre a Casini, Enrico Zanetti di Scelta Civica ha ottenuto 9 voti, Carlo Martelli del Movimento 5 Stelle 5 voti e Bruno Tabacci di Democrazia Solidale-Centro Democratico 3 voti. Due le schede bianche. Il senatore del Pd Mauro Maria Marino e il deputato di Forza Italia Renato Brunetta sono stati eletti vicepresidenti. L’attuale presidente della Commissione Finanze del Senato ha ottenuto 17 voti mentre il capogruppo di FI alla Camera 12. Casini ha commentato così la sua nomina, facendo capire in che modo intenda esercitare il suo incarico: "Se qualcuno ritiene che questa commissione diventi il palcoscenico di una lunga campagna elettorale non pensi di trovare complicità nel presidente". "La commissione o lavora con serietà o diventa un nuovo elemento di discredito della politica", ha aggiunto Casini esprimendo preoccupazione per i «tempi stretti» a disposizione. Molto critici i parlamentari del M5S: «Gli scheletri rimarranno tutti nell’armadio. I partiti non vogliono che si scopra alcunché. La designazione di Pier Ferdinando Casini a presidente della commissione di inchiesta sulle banche è l’atto di killeraggio definitivo ai danni dell’organismo. La bicamerale nasce morta. Possiamo celebrarne il funerale". Molto scettica anche Unimpresa. Il vicepresidente, Claudio Pucci, non nutre grandi speranze: "Solo oggi si insedia formalmente la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano e si tratta di un clamoroso bluff. L’avvio dei lavori della bicamerale parte in ritardo ingiustificabile. Pur con tempi strettissimi, l’indagine parlamentare potrebbe contribuire a fare chiarezza sui disastri dell’industria creditizia del nostro Paese, che si è retta, negli ultimi decenni, su un sistema relazionale e non su un chiaro rapporto tra le banche e la clientela, specie le aziende. Abbiamo così assistito a una continua penalizzazione del mondo delle micro, piccole e medie imprese, sempre più in difficoltà nell’ottenere prestiti e liquidità".