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Gelmini: "Questa scuola è tutta da bocciare"

L'ex ministro dell'Istruzione bacchetta la Fedeli: 22mila cattedre rimaste scoperte

Valentina Conti
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«L'Italia investe meno di altri Paesi, ma investe male. Abbiamo un debito pubblico straordinario e una situazione di bilancio complicata, ma quello sull'istruzione è un investimento fatto con categorie sbagliate. Si paga la moltiplicazione delle piante organiche che ha portato alla proletarizzazione degli insegnanti, molti e sotto pagati. È un trend consolidato nel tempo, che continua ad avere effetti negativi su studenti e famiglie. Gli insegnanti non svolgono un ruolo da pubblica amministrazione, ma sono titolari di una funzione che andrebbe valorizzata. C'è un errore storico alla base». Ne è convinta l'ex ministro dell'Istruzione, oggi parlamentare di Forza Italia, Mariastella Gelmini. On. Gelmini, con l'inizio delle lezioni, l'Ocse è tornata a bacchettare l'Italia per il basso investimento sull'istruzione e i pochi laureati. Cosa manca al nostro Paese per fare il salto di qualità? «Da sempre l'Italia ha un numero di laureati inferiore alla media europea. Anzi, siamo penultimi in Europa e facciamo meglio solo della Romania. Rispetto a un Paese come la Germania, ad esempio, manca il segmento delle lauree professionalizzanti, per coloro che vogliono conseguire una competenza in ambito tecnico. In Germania ci sono 102 università tradizionali, ma 170 atenei di scienze applicate e professionalizzanti, dove studiano 800.000 ragazzi. In Italia esistono un centinaio di università tradizionali, ma nessuna di scienze applicate, mentre nei nostri istituti tecnici professionali sono iscritti solo 8.000 studenti. Se vogliamo invertire la tendenza dobbiamo puntare sulla competenza supertecnica richiesta dal mercato del lavoro e dell'industria 4.0. Per questo, durante il mio incarico di governo, ho dato molto impulso alla costruzione della filiera terziaria... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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