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Terremoto, Gentiloni rassicura i sindaci: "Pronti a fare di più"

Il premier Gentiloni ad Arquata del Tronto

Silvia Sfregola
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Pur non avendo messo in atto "nulla di diverso da quanto contenuto nella legge", il governo italiano è "pronto" a fare di più per i Comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016. E' il premier Paolo Gentiloni in persona a scendere in campo per tranquillizzare gli animi in subbuglio dei sindaci di Marche, Abruzzo e Lazio. Il motivo? Come ha denunciato il primo cittadino di Amatrice Sergio Pirozzi la protesta riguarda il provvedimento che non prevederebbe, nonostante le promesse fatte, l'esenzione totale di tasse e contributi per due anni. Nell bando del Mise, infatti, si parla solo di un generico credito d'imposta. L'ex titolare degli Esteri si presenta ad Arquata del Tronto, il giorno dopo la consegna di altre 16 casette nella frazione di Piedilama. "Sarei pazzo se dicessi che non ci sono difficoltà. Ma abbiamo un buon impianto sulle zone franche urbane, c'è un sistema finanziario mai cosi importante dal punto di vista finanziario - spiega con pacatezza il premier -. Mancate promesse? Siamo sempre stati aperti alle obiezioni e a valutare osservazioni, non abbiamo mai fatto nulla di diverso da quanto contenuto nella legge. Se si può fare di più, noi siamo disposti a parlare con il sindaco Pirozzi". Insomma, una conferma di quanto detto dal commissario straordinario Vasco Errani, che aveva ribadito stamattina come "il governo si era impegnato a fare le zone franche urbane, nei limiti del de minimis europeo, e questo è quello che accadrà". E proprio l'ex governatore dell'Emilia incontrerà alcuni sindaci delle zone terremotato dopomani a Rieti. Gentiloni, accompagnato nella sua breve visita dal sindaco della cittadina marchigiana Aleandro Petrucci, non lesina ottimismo, spiegando ai cronisti che pur di fronte ad un "compito enorme" ci "sono le risorse necessarie e possiamo farcela". L'obiettivo del suo esecutivo, anche sulla falsariga del predecessore Renzi è chiaro: "Spingere il più possibile, penso che abbiamo un buon impianto di ricostruzione sul piano legislativo e finanziario. Però c'è sempre da spingere per fare più velocemente e meglio. Se ci sono cose da aggiustare nella legge le aggiusteremo". E mentre il genio militare dell'Esercito procede senza pause alla rimozione delle macerie (già spostate oltre 61mila tonnellate solo ad Arquata), il governatore delle Marche Luca Ceriscioli sembra quasi riportare tutti alla realtà: "Siamo consapevoli che la ricostruzione in questi luoghi non sarà veloce. Anche la scelta di ricostruzione per le varie frazioni - aggiunge Ceriscioli - è stata fatta per mantenere l'identità di questi luoghi ma questo è un elemento in più di complessità ma che restituisce la vita là dove c'era".

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