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Ius soli, traballa la fiducia Renzi: solo con numeri certi

Da sinistra il premier Gentiloni e il segretario del Pd Matteo Renzi

Silvia Sfregola
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Balla la fiducia sullo Ius soli. Dopo le dichiarazioni di Fabrizio Cicchitto (Ap) secondo cui un'accelerazione da parte del Pd andrebbe letta come "il colpo di pistola di Sarajevo" usato da Matteo Renzi per innescare un incidente parlamentare e far scivolare il Governo, prende la parola Matteo Richetti. "Le dichiarazioni di Ap sono in contraddizione a quanto detto nei giorni scorsi, il Pd è per l'approvazione dello ius soli e non vuole creare un incidente di governo. Abbiamo dato la disponibilità di arrivare fino al voto di fiducia, staremo alle decisioni di Gentiloni", chiarisce il responsabile della comunicazione del Pd. "È chiaro - continua Richetti - che nessuno vuole creare un percorso di inciampo, non si usa lo ius soli in termini strumentali, ma non rinunceremo a una battaglia che riteniamo giusta. Vogliamo andare fino in fondo". Escluse altre modifiche al testo, se e quando arriverà alla Camera: "Oggi quando si vuole chiudere un provvedimento si deve usare il testo già approvato nell'altro ramo, la strada maestra è approvare il testo già depositato al Senato". Nel dibattito interviene anche Luigi Zanda: "Naturalmente al Senato ogni votazione è complessa e dobbiamo garantire il voto su tutti i provvedimenti e su ogni articolo". Il capogruppo Pd a Palazzo Madama conferma il suo "no" a ogni ipotesi di rinvio. Si vota entro la pausa estiva: "i numeri li abbiamo sempre trovati", assicura il senatore dem. Sul tema converge anche Articolo1-Mdp. "Lo ius soli va votato entro la pausa estiva. Chiunque parli di rinvio in realtà lo fa soltanto per affossare il provvedimento", sostiene Maria Cecilia Guerra. Eppure, calendario alla mano, senza fiducia è difficile che il testo arrivi alla Camera prima di settembre. Contro il provvedimento si scatena il fuoco incrociato di Lega e M5S, con l'aggiunta di Forza Italia. Mentre Alternativa popolare avverte il premier Paolo Gentiloni e, di rimando, il segretario del Pd Matteo Renzi sull'ipotesi fiducia. "Per quanto riguarda Ap ribadiamo che tutti i ministri che la rappresentano al governo e i due capigruppo di Camera e Senato hanno più volte detto che il Pd è ovviamente libero di indicare le sue priorità e di portarle al dibattimento in Aula, ma che su questo provvedimento non è impegnato il Governo, quindi non lo si metta in mezzo con inopportune e divisive richieste di fiducia", mettono nero su bianco Maurizio Lupi e Laura Bianconi. Mentre Roberto Fico dribbla la questione della mancata consultazione degli iscritti sul tema e ribadisce che è un "argomento importantissimo" a cui va data una risposta "intelligente fuori dalla pancia del Paese". La posizione del M5S è netta: "La questione migranti è il grande fallimento del semestre europeo guidato dall'allora premier Matteo Renzi".

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