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Barricate per salvare i gadget fascisti

Al via l'iter della legge che manda in galera chi ha oggetti del Ventennio. Ma il centrodestra annuncia battaglia: "Non faremo mai passare un reato di opinione"

Antonio Rapisarda
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Tremano i venditori di calendari del Duce e di gadget del Ventennio. Ma anche i frequentatori di presunti gruppi "nostalgici" su Facebook e magari qualche gestore di stabilimento balnerare. Il motivo? La proposta di legge Fiano - norma che chiede l'introduzione dell'articolo 293-bis del codice penale ed estende quindi la legge Scelba del '52 e poi il decreto Mancino - arriva oggi a Montecitorio. La legge, presentata dal deputato Pd, prevede pene la reclusione fino a due anni e intende incunearsi ovunque: dalle celebrazioni (come il "Presente" per Sergio Rampelli), dove si rende omaggio con il saluto romano al web, dove esiste un commercio online ma anche una miriade di canali social dove sarà una vera e propria impresa individuare il confine tra dibatti-to storico, intrattenimento e "apologia". Davanti a questo provvedimento, considerato chiaramente liberticida, il centrodestra è intenzionato a fare quadrato. Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, raccoglie la sfida con una premessa: "Siamo contrari all'introduzione dei reati di opinione. Siamo in uno Stato liberale, dove si devono colpire solo coloro che professano idee limitando la libertà degli altri. Non si può punire l'opinone in quanto tale". Detto ciò, se proprio la sinistra ci tiene a introdurre il reato di opinione, è l'opinione di Fdi, "noi presenteremo provocatoriamente degli emendamenti per perseguire analoghi comportamenti svolti nel nome di altri totalitarismi: il comunismo, lo stalinismo, determinato estremismo islamico. Perché non credo che se uno va in giro con la maglietta di Bin Laden possa non essere perseguito mentre un altro che indossa una maglietta con Mussolini sì". Provacazione a parter per Rampelli quella di Fiano resta... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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