I TORMENTI DEL CENTROSINISTRA

Renzi avverte Pisapia e Bersani: fuori dal Pd c'è solo la sconfitta della sinistra

Silvia Sfregola

Un discorso all'attacco. Non cita nessuno (tranne Veltroni), ma Matteo Renzi ne ha per tutti. Per tutti quelli che lo hanno criticato in questi giorni. Sul centrosinistra, la coalizione, la leadership e pure sul "brutto" carattere. E la risposta è secca. "Noi siamo pronti a ragionare con tutti, ma sui temi del futuro dell'Italia non ci fermiamo davanti a nessuno". Il Pd, insomma, il suo Pd tira dritto su una linea scelta da due milioni di elettori alle primarie del 30 maggio. Senza "nostalgia del passato" né dei "tavoloni dell'Unione" e nella consapevolezza che senza i dem non c'è possibilità alcuna di vittoria. "Fuori del Pd non c'è la vittoria della sinistra di lotta e di governo, c'è la sconfitta e chi immagina di fare il centrosinistra senza il Pd vince il premio Nobel della fantasia ma non raggiunge alcun risultato concreto". Un avvertimento chiaro a quello che si muove alla sinistra del Pd e anche alla piazza di Roma, quella di Giuliano Pisapia e gli altri, che si riunirà nelle prossime ore e che è percorsa da un deciso sentimento anti-renziano. "Il leader - puntualizza Renzi - lo scelgono i voti e non i veti". Nostalgia contro futuro Renzi chiude la due giorni dell'assemblea dei Circoli Pd a Milano e introduce il suo intervento disegnando il terreno di gioco: da una parte "gli altri" che hanno nostalgia del passato e dall'altra "noi", il Pd, che guarda al futuro. Su questa impostazione si snoda il discorso del segretario dem alla platea milanese. "Noi siamo in un momento in cui la politica italiana sembra improvvisamente in mano alla nostalgia, ci raccontiamo un passato meraviglioso che non è mai esistito. C'è un sacco di gente che riscrive il passato, noi invece vogliamo scrivere il futuro e vi propongo un percorso che superi la nostalgia". La sinistra e il nobel alla fantasia Matteo Renzi mette in chiaro che un centrosinistra senza il Pd non esiste. "Fuori dal Pd ci sono i 5 stelle e la Lega, o centrodestra europeo. Ma fuori dal Pd non c'è la vittoria della sinistra di lotta e di governo, c'è la sconfitta di tutta la sinistra. Chi vuole fare un centrosinistra senza Pd vince il premio Nobel per la fantasia, ma non raggiunge alcun risultato concreto". Il segretario dem poi stigmatizza le polemiche interne: "C'è un virus dell'autodistruzione della sinistra. Quando le cose vanno bene, come dopo le primarie, è partita immediatamente la polemica interna. Mi attaccano? Ormai siamo abituati... Uno più, uno meno". I tavoloni dell'unione A chi chiede di lavorare a un nuovo centrosinistra e una politica di alleanza, Renzi risponde citando il Lingotto di Walter Veltroni, quello della "vocazione maggioritaria" tra le altre cose. "Non ho nostalgia dei tavoloni con dodici sigle di alleanze che si chiamavano Unione e pensavano a parlarsi male addosso e c'era chi diceva sì e poi andava in piazza contro il governo. Con quel meccanismo lì l'Italia si è fermata non è andata avanti. Ho nostalgia dell'intuizione del Veltroni del Lingotto: stare insieme non contro qualcuno ma per qualcosa". Primarie, voti e veti "Il leader lo scelgono i voti e non veti", scandisce Renzi che rivendica la vittoria, appena due mesi, alle primarie del Pd. «Io rispondo alle primarie e non ai caminetti dei capocorrente". Le primarie, osserva il segretario dem, "per qualcuno sono con a scadenza perché ogni due mesi le mettono in discussione. Le primarie autunno-inverno, le primarie estive... le primarie settimanali. Due milioni di persone al voto non se le aspettava nessuno: mi hanno stupito, sconvolto". Posti e correnti "Mi dicono di essere più inclusivo. Ma essere inclusivo non significa mettere d'accordo le correnti per i posti in lista, non vuol dire che devo decidere le candidature dandone una a te e una all'altro, significa stare in mezzo alla gente", dice Renzi e ai parlamentari che temono per la ricandidatura spiega: "A chi si domanda se avrà la garanzia del posto in Parlamento? Io dico: mettetevi in gioco, lavorate. Mi interessa non la garanzia dei posti in Parlamento ma la garanzia dei posti di lavoro". Amministrative Del risultato delle amministrative si discuterà nei prossimi giorni in Direzione. "Basta con il discorso per cui se vince, vince il candidato, sennò è colpa del Pd. No a letture superficiali, c'è molto di cui discutere. Lo faremo nella Direzione e comunque - sottolinea Renzi - è impossibile fare una analisi nazionale delle amministrative. A Padova ha vinto Giordani, il Pd è stato bravo ma hanno vinto le donne e gli uomini che tre anni prima avevano perso". In treno da settembre Campagna elettorale in treno per le politiche del prossimo anno. "Quando il 24 settembre chiuderà la Festa de L'Unità nazionale di Imola, noi saliamo su un treno per 5 mesi. Andremo in tutte le province d'Italia. Il treno è preparazione, ci sarà una carrozza per i social e una per gli incontri con la realtà del territorio", annuncia Renzi e avverte: quello in treno sarà "un viaggio capace di andare al cuore delle persone. Chi ha voglia di mettersi in gioco, si metta in cammino. Chi ha voglia di polemizzare, sappia che non lo seguiremo".