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Tabellone in tilt svela il voto segreto. E il patto sulla legge elettorale affonda

Bagarre per un emendamento minore e l'accordo di Pd-M5S-Forza Italia e Lega cede. I democratici accusano i Cinque Stelle: "La riforma è morta"

Antonio Angeli
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È stato un emendamento di Fi a prima firma Michaela Biancofiore a mandare in frantumi, alla prima prova, il tanto discusso patto per la legge elettorale. Un "pattuglione" di franchi tiratori ha affondato il patto tra Pd-M5S-Forza Italia e Lega che ha ceduto al primo voto segreto della mattina in aula alla Camera. La maggioranza aveva trovato un'intesa (evidentemente solo apparente) sulla legge elettorale che invece è andata sotto. Giallo sul voto segreto, tabellone in tilt L'incidente si verifica alle 11 con l'emendamento a prima firma Micaela Biancofiore, che mira ad applicare il cosiddetto "Fianum", proporzionale alla tedesca frutto dell'accordo Pd-M5S-FI-Lega, anche in Trentino Alto Adige dove vige ancora il Mattarellum. La proposta è già stata bocciata in commissione, anche grazie ai voti contrari del M5S e il relatore Emanuele Fiano conferma il parere negativo. Nonostante questo la modifica viene approvata con 270 voti a favore e 256 contrari. Allora esplode il caos con tanto di giallo sul disguido tecnico del tabellone dove appaiono i risultati rendendo "palese" il voto (che sarebbe dovuto avvenire a scrutinio segreto) e mostrando i franchi tiratori.  Per alcuni secondi si vedono i pallini "rossi" o "verdi" che indicano le scelte dei deputati e non "azzurri" come in genere accade per le votazioni non palesi. E la foto del tabellone finisce subito sui social: "I #cinquestelle fanno fallire la #LeggeElettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova" dice Fiano rilanciando l'immagine su Twitter. "La matematica non è opinione. #pd ha 282 deputati, 36 non hanno votato. Sarebbero bastati. Se non si va a votare è colpa Pd", replica il pentastellato Carlo Sibilia. I #cinquestelle fanno fallire la #LeggeElettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova. pic.twitter.com/wKcz78gTES— Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 8 giugno 2017 In aula esplode la bagarre. "Quello che è accaduto è chiaro agli occhi di tutti. In queste settimane abbiamo fatti un lavoro serio e difficile per approvare una legge elettorale condivisa. Oggi il M5S ha provato cosa vale la loro parola: non vale nulla", attacca il capogruppo dem Ettore Rosato che in queste settimane ha portato avanti la trattativa tra i partiti che chiede di sospendere i lavori e "verificare se ci sono le condizioni per andare avanti". Il patto, però, ormai è rotto: "Il M5s ha organizzato tutto questo per affossare la legge con i voti segreti. Hanno creato una trappola, per fare cadere la legge", insiste. I pentastellati rivendicano invece la loro posizione e confermano di aver votato a favore di un emendamento "che migliora" la legge. "Se non c'è stata la maggioranza nessuno dica che è colpa del M5S, che conta 80 deputati. L'accusa torna al mittente. Per noi la legge va avanti, se si blocca la colpa è del Pd. Voi non siete in grado di tenere il partito", lo incalza Danilo Toninelli - non si può affossare una legge frutto di un enorme lavoro per una stupidaggine e per spartirsi 11 seggi in Trentino". Tabulati alla mano, esclusi i deputati M5S che hanno votato a favore, sono 59 i "franchi tiratori" tra i votanti di Pd, FI, Lega e Svp. In aula sono presenti, infatti, 246 deputati del Pd (18 sono in missione e 18 assenti), 82 del M5S (5 sono assenti e uno in missione) 46 di Forza Italia (4 sono assenti), 18 della Lega (uno assente) e 5 di Svp (uno in missione). Il patto, quindi, avrebbe sulla carta a disposizione 397 voti per bocciare l'emendamento incriminato. Anche con gli 82 voti a favore dichiarati dal M5S, i "no" sarebbero dovuti essere 315 e invece si sono fermati a quota 256.

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