Legge elettorale, l'accordo regge
Via libera alla riduzione dei collegi uninominali, no a voto disgiunto e pluricandidature
Intesa raggiunta tra le maggiori forze politiche del Paese sulle modifiche da apportare alla Legge elettorale. Primo risultato della mediazione - che fonti parlamentari riferiscono essere stata serrata - tra Pd, Fi, M5s e Lega è la riduzione dei collegi uninominali con un sistema che diventerebbe intorno al 38 per cento uninominale e per il 62 per cento basato sul proporzionale nelle circoscrizioni. Ma l'accordo si spinge oltre il perimetro apparso per la prima volta ieri con il parere favorevole del relatore Emanuele Fiano al subemendamento a prima firma Alan Ferrari (Pd). Scompaiono infatti le pluricandidature e i capilista bloccati, due punti sui quali avevano insistito molto anche Gianni Cuperlo e Andrea Orlando e l'area del Pd che a loro fa riferimento. Il punto di caduta raggiunto quindi riappacifica il Partito democratico in un momento in cui è importante che l'unità interna prevalga in vista delle amministrative di domenica prossima. Scontenti invece Fratelli d'Italia e Articolo1-Mdp che hanno chiesto - e ottenuto - del tempo per una riflessione tecnica perché sostengono che siano cambiate le dimensioni demografiche dei collegi. Fdi inoltre spinge perché le pluricandidature non siano eliminate e sostiene che "l'accordo a 4" sia per ora soltanto sul numero dei collegi. Parere diverso da quello del capogruppo Pd Ettore Rosato che in apertura di seduta alle 11 ha annunciato: "L'intesa raggiunta tra quattro forze politiche che non si amano è un risultato politico straordinario e prevede alcune modifiche: la parità di genere sui capilista donne e nei collegi, norme per semplificare la raccolta delle firme, stop a pluricandidature e capilista bloccati, no voto disgiunto". Inoltre Rosato ha annunciato che è allo studio uno strumento per andare incontro ai partiti più piccoli: "C'è un emendamento che prevede che, nel caso non si vinca nessun collegio, prima di far scattare il listino del proporzionale, si fa scattare il miglior perdente: i più piccoli non avrebbero così la lista bloccata". Una soluzione che però non convince Ignazio La Russa che rivolge un appello al garante del M5S per le pluricandidature: "Grillo ha subito un abbaglio, per i partiti medio-piccoli le pluricandidature non garantiscono qualcuno a scapito di altri, ma danno all'elettore la possibilità di scegliere l'eletto". La seduta riprende alle 14 e potrebbe protrarsi fino a domattina.