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Partita la guerra degli emendamenti sulla legge elettorale

I lavori nella Commissione Affari Costituzionali della Camera (LaPresse)

Carlantonio Solimene
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In una situazione ancora fluida legata anche ai dubbi relativi ad aspetti tecnici che inevitabilmente influiscono sul merito del modello scelto, la commissione Affari costituzionali della Camera ha cominciato a discutere e votare gli emendamenti al testo base della legge elettorale, primo fra tutti quello che dovrebbe sostituire il "Rosatellum" con il sistema tedesco. Un esame che dovrebbe proseguire fino a lunedì per consentire l'approdo in Aula del testo martedì. Nel frattempo il dibattito si incrocia con quello sulla durata della legislatura, su eventuali elezioni in autunno e su vecchie e nuove alleanze alla luce di quello che sarà il sistema di voto e delle eventuali soglie di sbarramento. Tra le questioni più spinose soprattutto quelle relative alle liste bloccate, al voto disgiunto e ai collegi. E' soprattutto nel MoVimento 5 Stelle che il dibattito infuria, con il deputato Danilo Toninelli che difende l'accordo trovato con Pd e Forza Italia: "Al netto degli interlocutori stiamo portando a casa il sistema più costituzionale e migliore possibile" sostiene. In Commissione sono arrivate 780 proposte di modifica, di cui 363 subemendamenti (127 sui collegi). Si sommano ai 417 emendamenti già presentati. Tra i sub emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle al testo base della legge elettorale figurano l'introduzione del voto disgiunto e l'eliminazione dei capilista bloccati. Tra le altre richieste dei grillini, anche quella di eliminare la possibiltà delle pluricandidature in più collegi.  Tre le modifiche più probabili, quella sulla quale i vari sottoscrittori dell'accordo sembra abbiano trovato un'intesa, c'è il cambio del rapporto tra eletti nei collegi uninominali e listini proporzionali in quanto i collegi uninominali della Camera potrebbero essere disegnati sui collegi senatoriali previsti del Mattarellum, mentre i listini proporzionali accorperanno due collegi uninominali. Se così fosse, non sarà più 50 e 50 ma 40 per cento uninominale e 60 per cento proporzionale. Si va inoltre verso un accordo che prevede la riduzione dei collegi uninominali nella legge elettorale, per evitare che candidati vincitori non riescano poi ad essere eletti in quanto i posti spettanti alle forze politiche in base ai risultati ottenuti verrebbero assegnati prioritariamente ai listini. L'intesa, da formalizzare in un emendamento del relatore, prevederebbe una riduzione a 225 collegi alla Camera e 112 al Senato rispetto ai 303 e 150 previsti attualmente. Intanto Silvio Berlusconi scrive ai suoi: «Tenetevi pronti. Se l'accordo sulla legge elettorale andrà avanti nei termini in cui l'abbiamo impostato, fra pochi mesi saremo in condizione di tornare alle urne, di mettere finalmente gli italiani in condizione di scegliere da chi vogliono essere governati, dopo quattro esecutivi che si sono succeduti senza essere stati scelti dagli elettori».  «Ovviamente - aggiunge - si tratta di una battaglia decisiva per il futuro del nostro Paese, per la nostra democrazia e anche per Forza Italia. Una battaglia che il centrodestra deve vincere per governare e portare il paese fuori dalla crisi».

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