La Cassazione respinge il ricorso di Berlusconi contro Veronica Lario: sì all'assegno di 2 milioni al mese
Si chiude come ovvio che sia, anche se solo per il momento, in Cassazione la battaglia giudiziaria tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi. La Suprema corte oggi ha messo la parola fine sul divorzio più costoso d'Italia confermando l'assegno di due milioni di euro al mese in favore della Lario. Bocciato quindi il ricordo dell'ex Cav perché, scrivono i giudici, il "reddito medio annuo", negli anni che vanno dal 2006 al 2010, pari a "53 milioni di euro" fanno di Silvio Berlusconi uno degli "uomini più ricchi al mondo", mentre l'ex moglie Veronica è "incapace di produrre reddito sulla base dell'attività di attrice". E non è tutto. Secondo la Cassazione "la Bartolini (Veronica Lario ndr) non può, con i propri mezzi, conseguire il tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza matrimoniale". La suprema corte infine spiega che con il divorzio "il rapporto coniugale non viene meno, determinandosi soltanto una sospensione dei doveri di natura personale, quali la convivenza, la fedeltà e la collaborazione" anzi "non vengono meno gli aspetti di natura patrimoniale". In sintesi nel caso Berlusconi-Lario si parla di separazione e quindi "l'assistenza materiale trova di regola attuazione nel riconoscimento di un assegno di mantenimento in favore del coniuge che versa in una posizione economica deteriore e non è in grado, con i propri redditi, di mantenere un tenore di vita analogo a quello offerto dalle potenzialità economiche dei coniugi". La prima sezione civile della Cassazione conferma quindi la sentenza della Corte d'appello di Milano che nel 2014 aveva fatto scendere da tre milioni (a tanto ammontava la cifra stabilita nella sentenza di separazione) a due milioni di euro al mese l'assegno mensile. Già tre anni fa infatti pur essendo stato sancito il divorzio, chiesto da Berlusconi, il nodo economico non era stato sciolto dando vita alla battaglia legale. Berlusconi e la Lario si erano sposati nel dicembre del 1990 e hanno avuto tre figli Barbara, Eleonora e Luigi. La sentenza di oggi non contraddice però quella del 10 maggio scorso quando la stessa Cassazione aveva stabilito nuovi parametri di riferimento per l'assegno di mantenimento. In particolare, la prima sezione civile"ha superato il precedente consolidato orientamento, che collegava la misura dell'assegno di mantenimento al parametro del "tenore di vita matrimoniale", indicando come parametro di spettanza dell'assegno, avente natura "assistenziale', la 'indipendenza o autosufficienza economica' dell'ex coniuge che lo richiede". Insomma nel caso Grilli si discuteva di divorzio, quindi quando cessano i doveri di solidarietà coniugale, mentre nel caso Berlusconi-Lario, si parla di quel periodo di separazione della coppia, quando quei doveri sono ancora da adempiere. Nella separazione infatti, il coniuge più facoltoso "ha ancora il dovere di garantire al partner separato lo stesso tenore di vita del matrimonio".