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"Stupro più grave se commesso da un profugo". Bufera sulla Serracchiani

La governatrice del Friuli Debora Serracchiani (LaPresse)

Carlantonio Solimene
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"La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese". Sono state queste parole, pronunciate mercoledì scorso da Debora Serracchiani per commentare il tentativo di stupro subito il giorno prima da una giovane di Trieste, a provocare un vero e proprio terremoto politico sulla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Ad attaccare la Serracchiani soprattutto gli ex piddini ora confluiti in Mdp, il movimento degli "scissionisti" Bersani e D'Alema. Ma a creare scontro è anche l'intervento sulla questione dello scrittore Roberto Saviano. "E Matteo Salvini saluta l'ingresso di Debora Serracchiani nella Lega Nord. Spero la candidi lui, perché se la candida ancora il Pd, significa che il Pd è diventato la Lega Nord" tuona l'autore di Gomorra. "Lo stupro è un reato grave e crudele sempre, è inaccettabile pensare di poter stabilire delle graduatorie in base alle quali è più grave quello commesso da un rifugiato, come nelle dichiarazioni della presidente Serracchiani" rincara da dose la deputata di Mdp Roberta Agostini. Ma le accuse arrivano anche dal centrodestra: "Spero che Serracchiani sia incappata in un errore lessicale e che ciò che ha detto non rappresenti davvero il suo pensiero. Affermare, come fa l'esponente del Pd, che uno stupro può essere più inaccettabile di un altro, significa implicitamente fare una classifica della gravità di tale crimine, a seconda delle circostanze" attacca Elvira Savino, deputata di Forza Italia. Il fuoco di fila delle critiche convince la governatrice del Friuli a tornare sulla questione: "Al di là del caso specifico, in cui le responsabilità saranno accertate dalle autorità, io ho sentito il dovere di dire una cosa che credo di buon senso, anche se scomoda. E credo di aver detto una cosa evidente alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Non rendersene conto significa fare il gioco di quelli che razzisti lo sono veramente" scrive la Serracchiani su Facebook. "I razzisti - aggiunge - vogliono respingere i richiedenti asilo, io voglio accogliere chi scappa dalla guerra. I razzisti pensano che una violenza fatta da uno straniero sia peggiore di quella fatta da un italiano, per me la violenza è sempre e comunque da condannare, senza colore e senza graduatorie. Se occorre lo ripeto". La presidente della regione Friuli aggiunge che «un richiedente asilo chiede un atto di solidarietà e la comunità che lo accoglie instaura con lui un rapporto di fiducia. Solidarietà e fiducia tengono insieme le famiglie. Per questo una violenza su un minore è odiosa, ma se viene compiuta in famiglia è ancora più odiosa. A renderla tale è il fatto che a commetterla è stata una persona 'di fiducia'. Oltre alla vittima, della quale ci si dimentica sempre quando scoppiano polemiche ideologiche e pretestuose, vengono infatti traditi gli altri richiedenti asilo e tutti quelli che si battono per l'accoglienza dei migranti».

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