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Banche, bufera sulla Boschi. De Bortoli: "Fonti sicure". Lei: "Misura è colma"

Maria Elena Boschi

Silvia Sfregola
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La tempesta perfetta scatenata su Maria Elena Boschi si arricchisce di un ulteriore tassello. Ferruccio De Bortoli si dice "sicuro" delle sue fonti (non poteva essere altrimenti), conferma quanto scritto e rilancia: "Sono un collezionista di querele. Spero che quello di Boschi non sia solo un annuncio, ma che la querela ci sia". Precisa di non aver parlato di "pressioni" da parte dell'allora ministro delle Riforme, ma di "interessamento". Alla presentazione del suo libro "Poteri forti (o quasi)" in un affollatissimo Teatro Franco Parenti a Milano, l'ex direttore del Corriere della Sera chiarisce inoltre che, a suo avviso, "i personaggi politici possono e devono occuparsi delle problematiche economiche del territorio da cui provengono: un conto è informarsi, un altro è fare ingerenze". Altra storia, precisa De Bortoli, sono le dichiarazioni rilasciate in Parlamento da Boschi (che si era detta estranea ai fatti) e il potenziale conflitto di interessi. Sul palco Paolo Mieli, anche lui alla presentazione, parla di "Scappellotto alla Boschi o a Ghizzoni", minimizzando. E aggiunge, sibillino: "Bisogna vedere a chi arriverà lo scappellotto". Unico personaggio ancora assente sulla scena è proprio l'ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni. Da Chigi Maria Elena Boschi fa sentire la propria voce: "La misura è colma. Da qui in poi si occuperanno della questione i miei legali, quello che dovevo dire l'ho detto ieri", tuona, riferendosi al post Facebook cui aveva affidato la sua prima difesa. Sul social la fedelissima di Matteo Renzi aveva affermato di aver incontrato Ghizzoni, ma di non aver mai avanzato la richiesta di acquisto di Banca Etruria. Unicredit non ha mai emesso una nota ufficiale. Fonti vicine alla banca hanno fatto sapere però che l'istituto non ha subito "pressioni di carattere politico nell'esame dei dossier di altre banche, come per esempio Banca Etruria". Parole che di fatto confermano come siano state prese in esame le situazioni di altri istituti di credito, fra cui proprio l'Etruria. Versione confermata dallo stesso De Bortoli: "Ho parlato con fonti vicine a Unicredit. La banca ha agito correttamente: ha aperto un dossier e l'ha chiuso". Intanto il cerchio della politica si stringe sulla Boschi. Il M5S modifica la sua richiesta: non più mozione di sfiducia - in quanto è impossibile sfiduciare un sottosegretario - ma mozione di censura. In pratica i Cinquestelle chiamano in causa il premier Paolo Gentiloni e gli chiedono di togliere le deleghe al suo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. "Gentiloni ci deve mettere la faccia, non può più fare il verginello - dice Alessandro Di Battista - Se l'opinione pubblica ci aiuta, possiamo arrivare alle dimissioni di boschi". Pesanti le accuse. Il senatore Airola accosta l'ex ministro delle Riforme alla parola "massoneria" mentre Di Battista ribadisce: "È una bugiarda cronica". Roberto Fico, in qualità di capogruppo, chiede che "subito" la commissione di inchiesta sulle banche ascolti in audizione tanto Ghizzoni quanto De Bortoli e Boschi. In realtà la commissione è già in calendario alla Camera per la settimana che ha inizio dal 22 maggio, di fatto i Cinquestelle vogliono sia anticipata di una settimana ma a stabilirlo può essere soltanto una riunione dei capigruppo che al momento non è stata convocata dalla presidente Laura Boldrini. Richieste di dimissioni arrivano anche dalla Lega, che cavalca la protesta e propone l'audizione di Ghizzoni in commissione Finanze. Altri toni ma stessa sostanza da Sinistra Italiana che chiede un passo indietro a Boschi "per tutelare la serenità del quadro istituzionale".

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