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Primarie Pd, Renzi vince ma rischia altre scissioni

Il neo segretario del Pd Matteo Renzi

Plebiscito per l'ex premier che, dopo le prime sezioni scrutinate, vola al 70%. Il malcontento dei prodiani: "Il partito è cambiato, speriamo almeno ci ascolti"

Carlo Solimene
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Plebiscito doveva essere, plebiscito è stato. Sono passate da poco le 21.30 quando Matteo Richetti, portavoce della mozione Renzi, annuncia festante: «Dalle prime informazioni che abbiamo Renzi dovrebbe collocarsi fra il 65% ed il 75%». Stime che verranno confermate dai dati provenienti dalle prime sezioni. Dopo i primi duecentocinquantamila voti scrutinati (circa 12% del totale), l'ex premier si staglia al 73% dei consensi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando insegue con il 19%, al governatore della Puglia Michele Emiliano resta un misero 8%. I dati sull'affluenza - quasi due milioni di votanti dopo che nella vigilia c'era chi temeva persino il mancato raggiungimento della quota di un milione completano la festa: il segretario è eletto con una maggioranza schiacciante ed è anche legittimato a sufficienza dalla «Ditta». Renzi così evita le forche caudine dell'assemblea di domenica prossima. Se nessuno dei due candidati avesse raggiunto il 50% dei voti si sarebbe svolto un ballottaggio tra i due più votati e, a quel punto, nessuno poteva escludere un accordo tra i delegati di Orlando ed Emiliano. Ma il successo netto (Matteo vince persino nel seggio di Murat Madonnella a Bari, quello di Emiliano) non sembra soffiare via le nuvole che si addensano sull'orizzonte del partito se è vero che sono tanti gli esponenti a... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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