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Anticorruzione, il governo riduce i poteri di Cantone sul controllo degli appalti

Davide Di Santo
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Il governo spunta le armi dell'Anac. Due giorni fa il Consiglio dei ministri ha aggiornato il Codice degli appalti riducendo i poteri in materia dell'Autorità nazionale anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone. La decisione dovrà essere ratificata dal Parlamento ma ha già suscitato polemiche.  I poteri previsti per l'Anac nel comma del Codice degli appalti che è stato soppresso dopo il via libera in Consiglio dei ministri non sono ancora mai stati azionati dall'Anac e riguardano situazioni di estrema criticità. Si tratta di poteri di "raccomandazione vincolante": in sostanza, se Anac si accorge che sussistono pesanti inadempienze da parti de una stazione appaltante e casi conclamati di illegittimità, può imporre il ritiro in autotutela di un atto, pena la multa del dirigente che si rifiuti di eseguirlo. Poterediventato effettivamente operativo solo un mese fa. La notizia è stata anticipata oggi pomeriggio da Huffington Post Italia ma il presidente di Anac Raffaele Cantone sarebbe al corrente da giorni.  "Il colpo di spugna del Governo che, in pratica, elimina i controlli dell'Anac sugli appalti pubblici è ancora più grave in un momento in cui ci sarebbe bisogno di una maggiore trasparenza, come si evince da quanto emerge dallo scandalo Consip", affermano in una nota i deputati M5S della commissione Affari costituzionali. Da Palazzo Chigi, però, smentiscono la volontà di spuntare le armi di Cantone. Da parte del governo non c'è alcuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell'Anac, sottolineano fonti di palazzo Chigi che spiegano: il premier Paolo Gentiloni in missione a Washington è stato in contatto con Raffaele Cantone. Sul punto, assicurano le stesse fonti, sarà posto rimedio già in sede di conversione del decreto e in maniera inequivocabile.

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