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Rosy Bindi: "Lascio la politica, il partito è di un uomo solo"

Dario Martini
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Rosy Bindi dice addio alla politica. Si dedicherà a "studi e viaggi". "Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni e prima ancora altri cinque a Strasburgo. La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo». La presidente della commissione parlamentare Antimafia ha spiegato così la sua decisione in un'intervista al Fatto Quotidiano. "Vorrei dedicarmi agli studi, tornare al mio vecchio amore per la teologia. E poi viaggiare un po' - ha aggiunto - Come dice Romano Prodi, finora sono stata in tutti gli aeroporti del mondo. Ma non mi ritirerò a vita privata. Maria Eletta Martini e Tina Anselmi finché hanno potuto si sono impegnate. E io vedo un gran bisogno di formazione alla politica e di ricostruzione delle reti associative». La Bindi non ha risparmiato critiche nemmeno a Matteo Renzi. Riguardo al futuro del Pd, ha spiegato: "Ho lasciato una casa incompiuta e ora la ritrovo un po' diroccata. Il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell'uomo solo al comando. Se riprende quella strada, forse avrà vita". Mentre sulle primarie ha confermato il suo appoggio al Guardasigilli Andrea Orlando: "Tutti i miei amici stanno con lui, la partita è ancora aperta".

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