IL FUTURO DEI PARTITI
Scontro Renzi-Grillo, duello sulla democrazia
Il congresso Pd va avanti (e l'ex segretario dem mantiene la testa della corsa con oltre il 65% dei circoli conquistati), ma il duello è sempre Renzi-Grillo. L'ex premier evita di commentare le frasi di Pier Luigi Bersani, non parla di alleanze "tra partitini e sigle", ma si scaglia contro il M5S, che ritiene essere il vero avversario. "Son passati dalla democrazia diretta a quella eterodiretta", è l'accusa. Di più. Renzi prova a tracciare le responsabilità. "Da parte della politica - spiega l'ex premier - c'è stato un atteggiamento culturalmente subalterno al grillismo per cui se c'è un avviso di garanzia devi dimetterti". L'ex premier rivendica la diversità. "Non accetto la cultura grillina, garantista a giorni alterni se è indagata la Raggi, o l'ondata giustizialista tipica di un atteggiamento manettaro". Lo stesso vale per la cosiddetta "lotta alla casta", combattuta da ultimo ieri a Montecitorio con la polemica sui vitalizi. "L'atteggiamento strumentale e a tratti violento dei Cinque stelle con me non sfonda. Non accetto che nel giorno in cui a Londra ci sono morti, c'è un attacco al Parlamento con Suv, coi coltelli e con persone ferite, qualcuno inneggi alla violenza e arrivi addirittura a usare violenza, difendo la dignità delle istituzioni". Il M5S non si sottrae allo scontro. A replicare a Renzi ci pensano prima i parlamentari su Twitter ("Renzi abbia rispetto delle vittime di Londra Strumentalizzare un atto di terrorismo per mascherare il mantenimento di privilegi è vergognoso", scrive Di Maio), poi direttamente Beppe Grillo che pubblica sul suo blog una lettera indirizzata alle elettrici ed gli elettori del Pd, e non solo. "Cari Bersani, Renzi e Emiliano. Cari Vendola e, insomma, cari tutti voi della galassia paraPiddina - scrive - arrendetevi". Siete "ossessionati" dai "5 punti di distacco dal Movimento", attacca, e per questo litigate tra di voi: Di chi è la colpa se il M5S ormai sta per doppiarvi". L'affondo del leader M5S, proprio nel giorno in cui tutte le anime della sinistra (da Renzi a D'Alema, da Vendola a Bertinotti, da Veltroni a Speranza) sfilano per rendere omaggio alla camera ardente di Alfredo Reichlin allestita a Montecitorio, colpisce al cuore l'avversario. "Vi frammentate sempre di più... Senza lasciare capire dove starà chi e con chi, con quale simbolo, quale nuova casacca, come e dove, con chi parlate. Una confusione vera, la storia del più grande partito di sinistra del mondo occidentale buttata nel cesso. Una storia di onore e lotte che è diventata un tiepido gioco delle tre carte", è la dura accusa. Se Grillo attacca a testa bassa l'universo della sinistra, ci pensa il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi (il cui post su Facebook viene ritwittato da Renzi) a replicare, dando del "coniglio" al garante dei Cinquestelle. L'accusa colpisce nel personale: "Caro Beppe, nella tua vita sei sempre scappato nei momenti chiave. Scappato, fuggito, sparito. Sei fatto così, non solo in politica", scrive. Bonifazi richiama poi Grillo alle sue responsabilità giuridiche, invitandolo a comparire in tribunale per la querela ricevuta in seguito a un post sul blog. Il deputato renziano riassume quindi in un'immagine la differenza tra il Partito democratico e il Movimento Cinquestelle: "Noi siamo nei circoli a parlare e a votare, in tanti. Non su uno yacht o su un blog, con uno solo che decide". Per Di Maio, candidato premier in pectore del M5S, non ci sono dubbi: quella di Renzi e del Pd è tutta "invidia" per il sistema di democrazia diretta portato avanti dai pentastellati e che i Dem vorrebbero copiare. Mentre per Riccardo Fraccaro, parlamentare che gode della fiducia di Grillo, "il Partito di Renzi è allergico alla democrazia diretta" abituato com'è alle "truppe cammellate" fedeli al segretario di partito. Il duello tra le due maggiori forze politiche del Paese è entrato nel vivo in vista del voto: a scontrarsi non sono soltanto due gruppi partitici ma due idee opposte di democrazia.