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Abolizione dei voucher e appalti: referendum il 28 maggio

Davide Di Santo
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato stamattina il decreto per l'indizione dei referendum popolari relativi all'"abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti" e all'"abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)". Le consultazioni referendarie, salvo modifiche della normativa vigente per i due settori, si svolgeranno domenica 28 maggio 2017. Il doppio referendum è stato promosso dalla Cgil. La segretaria generale del sindacato, Susanna Camusso, finora aveva opposto un no categorico ai voucher. In un'intervista pubblicata da Repubblica, ha aperto un poco: sì ai buoni lavori ma solo se usati dalle famiglie, e solo se venduti dall'Inps, "non nelle tabaccherie". Quindi, saputo della data del referendum, Camusso ha detto: "Avanti con la campagna elettorale, ci prepariamo a questa sfida, abbiamo davanti un tempo impegnativo e lo utilizzeremo in tutti i modi". "Il primo appuntamento - ha spiegato a margine di un convegno a Roma - è la manifestazione prevista a Roma l'8 aprile, che sarà l'occasione per rilanciare i temi referendari". La leader della Cgil ha poi ricordato che il suo sindacato aveva proposto che ci fosse un election day, unendo il doppio referendum richiesto con le amministrative che comunque si dovranno tenere in primavera. E' "un tema di scelta dei rapporti con i cittadini, anche perché ci immaginiamo nei prossimi giorni le polemiche sui costi - ha detto Camusso - Vista la data scelta, sarebbe possibile far coincidere le elezioni amministrative con il referendum, e non è perché c'è una preoccupazione rispetto al quorum, visto che i Comuni al voto non sono tanti". In realtà, sulla possibilità di accorpare le diverse consultazioni, il governo non chiude. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, parlando oggi a SkyTg24, non ha escluso la possibilità, sottolineando però che l'ultima parola spetta al ministro degli Interni. Un'altra parola, poi, la potrà dire il Parlamento: si potrebbe infatti modificare la normativa vigente "sminando" il pericolo referendum. "Naturalmente la possibilità esiste", spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano del Pd, che lavora ad "un testo che non è solo una riverniciatura". "Si torna a definire i voucher come destinati solo a lavori occasionali cioè lavoretti. È un abbattimento secco di quello che può essere l'abuso. Non è un maquillage legislativo, incide nel profondo - sottolinea Damiano, ai microfoni di RaiNews24 - Limita l'uso solo all'impresa senza dipendenti. Se il monte voucher utilizzati era in buona parte in capo alle aziende di grandi dimensioni, quelle aziende non potranno più utilizzarli. E neanche la Pubblica amministrazione potrà farlo, se non per attività residuali". Quello di cui parla Damiano è "un testo di base" che può essere ulteriormente modificato. Se approvato, il referendum potrebbe rientrare, ma per quest'ultimo punto il giudizio spetta alla Corte costituzionale. Gli emendamenti al testo potranno essere presentati in Commissione Lavoro fino alle 16 di domani. Dopodiché, spiega la relatrice al provvedimento, Patrizia Maestri del Pd, "si potrà cominciare a votare il testo già a partire da giovedì prossimo". Da parte sua, la leader della Cgil mostra scetticismo su quel che accade in Parlamento. A suo parere, la proposta di legge "non coglie l'origine del quesito referendario, essendo Parlamento e Governo lontani dall'affrontare il tema di merito". Ad ogni modo, "vedremo la proposta finale ma, se è quella del comitato ristretto, non svuota nulla: il voucher torna ad essere uno strumento di precarietà". La leader sindacale ha poi detto di essere "sconcertata dal fatto che gli appalti vengano visti come un tema minore" e che "qualunque operazione il Governo intenda fare dovrebbe farlo su tutti e due i temi, non parlare solo dei referendum sui voucher".

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