NAPOLI SOTTO ASSEDIO
Scontri al corteo per cacciare Salvini
Un sabato pomeriggio di polemiche e guerriglia urbana a Napoli per la visita di Matteo Salvini, con gli scontri verbali tra il leader leghista e il sindaco Luigi de Magistris e le violenze a Fuorigrotta, messa a ferro e fuoco dai contestatori incappucciati. Il bilancio è di quattro fermati e 16 agenti feriti, oltre a un intero quartiere devastato. Da corteo pacifico a guerriglia urbana Il corteo organizzato dai centri sociali è partito alle 15 da piazza Sannazaro, inizialmente in un'atmosfera pacifica: 5.000 manifestanti (10.000 per gli organizzatori) che marciano tra bandiere rosse, palestinesi e neo-borboniche, con cori e sfotto' al leader leghista. Ma appena imboccata la parte terminale di viale Augusto, la tensione sale ed esplodono le prime bombe carta davanti all'edificio che ospita il commissariato di polizia. Le violenze non si fanno attendere. A piazzale Tecchio, all'incrocio con viale Kennedy, il punto concordato in questura come termine ultimo del corteo, un centinaio di ragazzi che indossano felpe nere, cappucci e cappellini si coprono il volto con sciarpe nere o con la maschera di Pulcinella, si staccano dal corteo e avanzano minacciosi verso i poliziotti, presi alle spalle. Brandendo aste di plastica, quelle stesse che hanno sorretto fino a quel momento bandiere e striscioni, attaccano gli agenti con sampietrini, bottiglie e oggetti contro il cordone di polizia che protegge la Mostra d'Oltremare. L'assalto avviene a ondate. Partono i primi lacrimogeni. Il corteo ondeggia, tentenna, qualcuno comincia ad andare via. I negozianti chiudono le saracinesche. Gli scontri si spostano più giù, quando i black bloc cercano di arrivare a viale Kennedy dalla parte bassa del piazzale. Ancora una volta alla polizia resiste, limitandosi al lancio di lacrimogeni e all'uso dell'idrante. Ma il lancio delle pietre è sempre più fitto, i manifestanti cominciano a divellere anche la segnaletica stradale per farsi strada. Prima davanti alla stazione del metro' poi lungo viale Giulio Cesare inizia la guerriglia urbana; cassonetti rovesciati immondizia per terra e data alle fiamme, l'intervento di vigili urbani, i continui assalti dei nero vestiti contro le forze di polizia. A questo punto parte la prima carica; una decina di camionette e cellulari di carabinieri e polizia a sirene spiegate, gli uomini in tenuta antisommossa che corrono contro i manifestanti, i manganelli al lavoro. I black bloc arretrano, non senza resistere. La gente scappa impaurita, gli automobilisti in transito si trovano coinvolti nel lancio di fumogeni e sampietrini da una parte e di lacrimogeni dall'altra. Viale Giulio Cesare è un tappeto di cocci di bottiglie, di rifiuti bruciati, di cassonetti finiti di traverso a terra. Proprio dei cassonetti bloccano anche una camionetta dei carabinieri che viene assaltata da facinorosi. Ma l'idrante e la carica hanno la meglio. La parte pacifica del corteo si è già dileguata, la gente in strada corre via impaurita. I violenti si dividono in due frange, una parte risale via Consalvo, forse nel tentativo di arrivare a via Terracina e poi a viale Kennedy dall'alto. Intanto quattro manifestanti sono stati fermati per essere identificati e la loro posizione e' al vaglio del magistrato di turno. Due avevano oggetti atti ad offendere e sono stati prelevati dal corteo prima che potessero utilizzarli. Altri due sono stati presi durante i tafferugli. E Salvini denuncia De Magistris La manifestazione organizzata dalla sigla "Noi con Salvini" si è nel frattempo svolta regolarmente alla Mostra d'Oltremare, al termine di uno scontro istituzionale iniziato venerdì quando l'ente della Mostra, partecipato al 67% dal Comune, ha rescisso il contratto con gli organizzatori della manifestazione. Nel giro di poche ore, l'intervento del ministro dell'Interno, Marco Minniti, e la decisione in Prefettura di far svolgere comunque nella Mostra la manifestazione. Ma il sindaco Luigi De Magistris non ci sta: "Non era necessario fare di Salvini un martire, si è ceduto a un sui capriccio dandogli la Mostra. Non voglio impedirgli di parlare ma non voglio nemmeno che ti fa apologia del fascismo utilizzi una articolazione del Comune per le sue manifestazioni. Si poteva trovare una soluzione alternativa. Anche in piazza". Pronta la replica del leader leghista dal palco: "Tornerò a Napoli e andrò in piazza Plebiscito. Vedremo che ha la testa più dura. Sorprende che un ex magistrato decida chi deve parlare. Sono venuto a Napoli per dire "liberatevi da De Magistris" che sta tirando su una bella gioventù. Quattro figli di papà maleducati". Il riferimento, nell'atmosfera surreale della blindatissima Mostra d'Oltremare, dove non c'è tra i 1200 presenti nemmeno un cartello che dica Lega, è a quanto sta succedendo in piazza. Salvini ha anche espresso "solidarietà ai 400 agenti". "Quello che il sindaco di Napoli ha detto in questi giorni - ha avvertito Salvini - verrà portato in qualche tribunale dove, magari, qualche magistrato più equilibrato di lui deciderà se può insultare o no".